Internazionale

Zeman: «Grazie ai russi». Ue e Usa critici

Uno dei pochi capi di Stato dell’Ue presente a Mosca: la visita in Russia del presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman ha suscitato un certo scalpore in patria all’estero. «Vado […]

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 10 maggio 2015

Uno dei pochi capi di Stato dell’Ue presente a Mosca: la visita in Russia del presidente della Repubblica Ceca Milos Zeman ha suscitato un certo scalpore in patria all’estero. «Vado a Mosca per ringraziare i russi del fatto, che non dobbiamo più fare il saluto nazista nel nostro Paese», ha detto Zeman sottolineando di «voler rendere omaggio ai morti, non ai vivi».

Nella mattinata del Giorno della Vittoria Zeman ha reso onore al Monumento del milite ignoto in Piazza Rossa e ha incontrato il presidente russo Putin durante il ricevimento organizzato per i capi di Stato. Il presidente ceco non ha assistito alla parata militare sulla Piazza Rossa intrattenendosi con il premier slovacco Robert Fico sulla questione del potenziamento delle infrastrutture fluviali tra i due Paesi. Una decisione presa dopo la pressione di una parte della maggioranza di governo, che ha valutato negativamente il viaggio a Mosca. Secondo i popolari e una parte dei socialdemocratici vicini al ministro degli Esteri Lubomir Zaoralek, la partecipazione di Zeman alla parata sarebbe stata in contraddizione con l’orientamento della politica estera ceca. Così il governo, prima di approvare il budget del viaggio presidenziale, si era fatto recapitare il programma della visita, da cui fu espunto la partecipazione alla sfilata dei mezzi militari.

La visita di Zeman ha suscitato reazioni contrapposte sia sul piano interno che esterno. Secondo il presidente della Duma Sergej Naryshkin, Zeman è «una personale responsabile, aperta e ragionevole, che non ha paura di battersi per la verità». Più tagliente invece l’ambasciatore americano a Praga Andrew Schapiro. «La sua presenza, probabilmente come unico capo di Stato di tutta l’Ue, avrebbe una carica simbolica precaria» ha detto l’ambasciatore degli Usa, quando ancora si parlava della possibile partecipazione di Zeman alla parata militare. Il presidente ceco ha dichiarato che Schapiro «ha porte chiuse al Castello di Praga» inaugurando un gelo con l’ambasciata Usa, che dura tutt’ora.

L’atteggiamento di Zeman riguardo ai festeggiamenti del 70simo anniversario della Liberazione è però meno unilaterale di quanto vorrebbero i suoi glorificatori o i suoi detrattori. Prima di andare a Mosca, il presidente ceco ha partecipato alla conferenza organizzata dal Centro Europeo Solidarnosc di Gdansk il 7 maggio sulla penisola di Westerplatte. Al centro della conferenza, pensata dai polacchi come contrappeso al defilé moscovita, la tesi che la liberazione ha riguardato soltanto la parte Ovest dell’Europa. Nel dibattito, che ha visto presente un gran numero di capi di stato del centro-est Europa, il presidente ceco non ha mancato un richiamo al suo eurofederalismo. Per Zeman l’Unione Europea dovrebbe dotarsi di una seria (ma non per forza più partecipata) governance politica, che permetterebbe la costituzione di un esercito comune europeo.

Un punto non chiarito del ragionamento di Zeman rimane il ruolo e il futuro della Nato. Un punto fondamentale per capire, se la costituzione di un esercito comune porterebbe a una maggior emancipazione degli europei dagli Usa nelle questioni di politica estera o al contrario a un decisivo rafforzamento dello strumento militare del Patto atlantico.

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