La vicenda si è chiusa, i contratti sono stati firmati e si contano solo perdenti. Zaniolo va dunque al Galatasaray che da qualche tempo accoglie ex calciatori della Serie A, da Icardi a Mertens, Torreira. La Roma incassa circa 15 milioni, oltre a sette di bonus e non è certo l’accredito che pensava di mettere in cassa appena un paio di anni fa, quando il centrocampista pareva il miglior prodotto del calcio italiano. Poi sono arrivati gli infortuni, tanti come i colpi di testa del ragazzo, che durante il mercato invernale ha deciso di farsi da parte chiedendo la cessione, disertando anche gli allenamenti, chiudendo l’intesa con il Milan. Insomma, il campionario di quello che un professionista davvero non può permettersi, nell’era dei social e del controllo pressoché totale della vita degli atleti. Zaniolo ha sbagliato ripetutamente, ha svilito il suo capitale. In Premier League, dove gira una quantità di sterline così sbalorditiva da far ipotizzare che la bolla prima o poi scoppi, solo il Bournemouth, club di medio taglio, ha messo 30 milioni sul piatto (il doppio di quanto paga il Galatasaray), prima di ritirarsi, quando il lunatico Zaniolo, inizialmente contrario al trasferimento, aveva dato il suo assenso. Il ragazzo si allontana dal calcio di vertice. C’è la clausola contrattuale, pare da 35 milioni di euro, che potrebbe riportarlo in Italia, qualora il Milan fosse ancora interessato e con capitale da investire. 

INSOMMA, il ragazzo si allontana dal calcio di vertice. C’è la clausola contrattuale, pare da 35 milioni di euro, che potrebbe riportarlo in Italia, qualora il Milan fosse ancora interessato e con capitale da investire. Ma anche la Roma, che già paga incassando assai meno del previsto, deve fare i conti con una gestione dissennata del caso. Zaniolo è stato messo in piazza dalla dirigenza e da Josè Mourinho. Scaricato e incolpato di scarso attaccamento alla squadra giallorossa. Quasi costretto a scappare a La Spezia, casa sua, prima di spedire un certificato medico a Trigoria, per evitare di ripresentarsi a Roma.

IL COMPORTAMENTO del club romanista è stato rischioso, qualche facinoroso si è sentito in dovere di andare a minacciare il calciatore anche sotto casa. La vicenda andava gestita diversamente, con meno clamore. Anche a Milano si è verificato qualcosa del genere con la rottura tra Skriniar e l’Inter, addirittura il difensore ha ammesso di aver firmato già con il Psg (è in scadenza) ma i toni sono rimasti all’interno di un percorso civile, senza traccia di minacce.

IL TERZO giocatore al tavolo di poker che perde nell’affare Zaniolo è anche il calcio italiano. La riflessione è sotto gli occhi, uno dei talenti riconosciuti della nuova generazione come Zaniolo finisce in Turchia, in un club certamente glorioso ma poco competitivo nell’Europa che conta. I nostri calciatori sono poco ambiti, poco ricercati. Le eccezioni sono stati Donnarumma e Verratti al Psg, in estate l’ex punta del Sassuolo, Scamacca, è finito al West Ham per quasi 50 milioni di euro, con alterne fortune, almeno sinora. Si sapeva che l’Italia non produce più campioni da anni, ma la sensazione è che la competitività del nostro sistema calcio, invaso da problemi tecnici, finanziari, di gestione, stia continuando a scendere.