Gene Youngblood ci ha lasciato il 6 aprile di quest’anno. Aveva pubblicato il suo Expanded Cinema nel 1970, non ancora trentenne: un libro imponente, denso, ricco di teorie, di esempi e di immagini, con una introduzione visionaria di Buckminster Fuller: coscienza planetaria, conoscenza umanistica e scientifica fuse in un flusso di consapevolezza; tecnologia come espansione della sensibilità, del pensiero. Di «occhi espansi», riferendosi a uno spettatore diverso, aveva scritto Jonas Mekas; e il termine di cinema espanso girava già fra i cineasti underground. Gene Youngblood lavorava al Los Angeles Free Press, giornale gloriosamente radical e alternativo, e il libro è...