Cultura

Yemen, cartoline da un popolo che non si arrende

Yemen, cartoline da un popolo che non si arrende

SCAFFALE «Yemen l’eterno», un volume di Mario Boffo per le edizioni Stampa Alternativa

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 22 gennaio 2020

Se la memoria è la radice del futuro, un libro di ricordi può aiutare a darsi una prospettiva che traguardi il momento presente. Ed è questo lo spirito con quale Mario Boffo, ambasciatore italiano in Yemen tra il 2005 ed il 2010, ha voluto scrivere della sua esperienza, non solo personale, in quel martoriato Paese. «Si può parlare di un luogo geografico come se fosse un luogo dello spirito?», si chiede l’autore, e si dà una risposta affermativa: «Sì se questo luogo è lo Yemen».

UN LIBRO che tesse, allora, sulla trama delle emozioni personali, stratificate negli anni dell’esperienza diplomatica, l’ordito della straordinaria storia di quella terra che un tempo fu l’Arabia Felix, patria della Regina di Saba. Attraverso questo doppio registro, intimo e storico, sostenuto da testimonianze autorevoli o a dir poco eccentriche, è lo Yemen stesso a raccontarsi: nei resoconti di uno sceicco vegliardo, di un aristocratico discendente del Profeta, nelle vicissitudini di un anonimo venditore di improbabili souvenir, nelle conversazioni di scrittori straordinari, negli aneddoti di una signora di centocinque anni del villaggio di Bait Baus, o nei ricordi di un vecchio amico degli italiani, dagli anni Trenta ai tempi del favoloso Il fiore delle Mille e una Notte girato qui da Pasolini.

Yemen l’eterno, dunque, come proclama il titolo del libro (edizioni Stampa Alternativa, pp. 288, euro 22), con la bella prefazione di Isabella Camera d’Afflitto, che così descrive l’autore e il suo interesse per il Paese: «a Sana’a ebbi il piacere di incontrare un ambasciatore un po’ speciale, Mario Boffo, che subito si mostrò molto interessato alle mie ricerche sulla letteratura araba contemporanea e, anzi, durante uno dei miei frequenti soggiorni nella capitale di quegli anni, trasformò gli eleganti e austeri saloni dell’ambasciata italiana in un circolo letterario arabo, affollato da scrittori, poeti e artisti yemeniti che avevano accettato con entusiasmo il suo gentile invito. L’ambasciatore, estremamente curioso e desideroso di conoscere quel mondo culturale di cui ben poco si sapeva in Occidente, anche a livello accademico, faceva domande, si interessava degli scrittori e delle tematiche dei loro libri».
Sembra questa la descrizione, in chiave contemporanea, dell’antica frequentazione che animò le relazioni tra i due Paesi, e che l’ottuagenario Presidente degli Archivi Nazionali dello Yemen narrò all’autore durante il loro primo incontro: «Da adolescente e da giovane, tutto quello che vedevo intorno a me era italiano: i medici, gli ingegneri, le vetture, gli aerei, le armi… tutto». Certo si potrebbe facilmente ironizzare, se non fosse stato per i successi della campagna contro l’esportazione delle armi italiane in Yemen, che il legame che resta è solo quello bellico, fortunatamente in parte reciso.

DALLE PAGINE DEL LIBRO, illustrato con foto stupende, emergono così la biografia di Amedeo Guillet, lo sguardo di Pasolini, le visioni di Moravia, la vicenda dello sfortunato equipaggio del sommergibile Galileo Galilei.
Non manca un accenno all’antropologia della contemporaneità, come l’interessante comparazione tra una terra in cui il passato ancestrale è attuale quanto la modernità, e la realtà di ciò che lo circonda. Lo Yemen, infatti, ricorda non solo al proprio popolo, ma a tutti i popoli, l’importanza irrinunciabile delle radici.
A esso, nelle emozioni dell’autore, si contrappone Dubai, paese che – come altri in quella regione – ha abdicato alle proprie radici per una modernità vacua, vuota, fatta quasi esclusivamente di eccessi senza significato. Infine, inevitabile, il giudizio dell’autore su quella che definisce una «guerra imposta, ingiusta, inaccettabile», i cui attori ed interessi sono descritti con la perizia di un diplomatico che ha anche lavorato in Arabia Saudita e nella Nato. L’opera di Mario Boffo intende essere, in conclusione, una testimonianza, appassionata ma rigorosa, a favore di un popolo che, ancora una volta, come l’Araba Fenice, l’autore è certo risorgerà dalle proprie tragedie, anche attraverso la memoria di tanti italiani la cui storia personale si è gloriosamente sposata con la storia dello Yemen.

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