Yeman Crippa re dei 10mila metri a Monaco. Il bello dell’integrazione
Yeman Crippa dopo lo sprint finale che è valso l’oro a Monaco – Ap
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Yeman Crippa re dei 10mila metri a Monaco. Il bello dell’integrazione

Atletica leggera Da un orfanotrofio di Addis Abeba al sogno italiano. Ora è il fondista n°1 in Europa
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 23 agosto 2022

Tra gli Europei di nuoto a Roma e quelli di atletica leggera a Monaco di Baviera sono piovute in totale sull’Italia 118 medaglie, di cui 38 d’oro. Un risultato impensabile, se pensiamo che la seconda classificata nel medagliere, la Gran Bretagna, si è fermata a 87. Ma ci sono storie che valgono più di una medaglia, in cui trovare tracce di bellezza, integrazione che si intreccia allo sport.

L’oro nei 10mila metri di Yeman Crippa è una di queste, un frammento di una vita da film. Yeman arriva a sei anni in Italia: i genitori adottivi l’hanno portato via dallo scenario sanguinario della guerra civile di Dessiè, in Etiopia, un mercato agricolo del paese africano disseminato di morti e dolore. È cresciuto per strada schivando la morte, poi è finito con fratelli e sorelle in un orfanotrofio di Addis Abeba.

Poi ecco il sogno italiano, l’adozione di una coppia milanese, una vita normale, l’arrivo in Lombardia e poi il trasferimento in Trentino, sino alla conoscenza con l’atletica, il suo destino perché è nato per correre. Ora è il fondista più forte d’Europa.
Crippa ha centrato anche il bronzo nei 5mila metri sulla pista dell’Olympiastadion, sulla doppia distanza ha rimontato avversari in serie negli ultimi giri come spinto da un motore, sorprendendo anche Raidue che ha ben pensato di mandare la pubblicità con le anticipazioni del Tg delle 20,30 durante le fasi finali della gara.

Yeman è un 26enne campione che detiene quattro primati nazionali e cittadino italiano di Trento, anche se la Giunta provinciale della città del Trentino in un post di congratulazioni sui social ha sottolineato che l’atleta vive in Trentino, non che sia cresciuto e formato su quel territorio. Insomma, la sua è una storia che va anche oltre gli gli strafalcioni italiani. Una storia da non dimenticare.

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