Yaya Yafa, nato in Guinea Bissau e residente a Ferrara, è morto ieri di lavoro a 22 anni. Era il suo terzo giorno di attività da lavoratore interinale per l’agenzia InOpera e lavorava nell’ambito dell’appalto Dedalog in un magazzino della Sda all’Interporto di Bologna (territorio di Bentivoglio). Yaya Yafa è morto dopo essere rimasto incastrato tra la ribalta del magazzino e un mezzo pesante parcheggiato per il carico merce. Il giovane operaio ha riportato lo sfondamento del torace e sarebbe morto sul colpo.
«Padroni e governo, che in questi giorni si ergono a paladini della salute e della prevenzione del rischio pandemico, sono gli stessi che da anni smantellano ogni tutela sulla sicurezza nei luoghi di lavoro – sostiene il sindacato S.I. Cobas – Sono gli stessi che incentivano l’utilizzo abnorme di manodopera precaria e interinale, più ricattata e più sfruttata, quindi più esposta al rischio di incidenti». Il sindacato di base ha indicato nella «proliferazione senza fine dei contratti interinali» una delle cause della tragedia di ieri. «Basta con questa mattanza, diamo vita a una mobilitazione nazionale per la sicurezza sul lavoro».

«Incide negativamente l’uso massiccio del decentramento del lavoro in appalto e subappalto, perché rende estremamente incerta la qualità formativa (chi controlla?) e l’addestramento/affiancamento del personale all’interno delle filiere produttive, in relazione anche alle mappature dei rischi che variano a seconda dei settori, così come le protezioni individuali e le protezioni sulle macchine da lavoro. Le imprese committenti devono farsi carico di questo compito» ha sostenuto Maurizio Lunghi, segretario della Cgil Bologna.
Ieri S.I. Cobas, da un lato, e Cgil Bologna, Filt Cgil e Nidil Cgil, dall’altro, hanno indetto due ore di sciopero all’Interporto.