Italia

Willy, l’appello del sindaco: «Chi ha visto testimoni subito»

Willy, l’appello del sindaco: «Chi ha visto testimoni subito»Paliano, fiaccolata in ricordo di Willy Duarte Monteiro – LaPresse

Colleferro Nel fascicolo dei pm di Velletri potrebbero finire altri indagati. E i capi d’accusa aggravati. Oggi ad Artena consiglio comunale in piazza. Domani a Paliano i funerali

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 11 settembre 2020

«Se ci sono ancora testimoni che non l’hanno fatto, è giusto e doveroso che concorrano alla ricostruzione di una verità che si fa sempre più chiara andando dai Carabinieri per parlare: solo così si farà giustizia». Pierluigi Sanna, il sindaco di Colleferro, la cittadina laziale dove nella notte tra sabato e domenica scorsi ha perso la vita Willy Duarte Monteiro, pestato a morte senza alcun motivo da una gang violenta, ha lanciato un appello ai suoi concittadini e ai residenti dei comuni vicini che quella notte hanno assistito alla terribile scena. Ancora ieri infatti i Carabinieri hanno continuato ad interrogare alcuni dei presenti, e dai particolari che vengono via via raccolti potrebbe configurarsi anche l’allargamento dell’inchiesta con altri possibili indagati. E anche l’ipotesi di reato potrebbe trasformarsi da omicidio preterintenzionale a volontario; eventualità già presa in considerazione dallo stesso Gip Giuseppe Boccarrato.

NELL’ORDINANZA DI ARRESTO dei quattro giovani, tre dei quali sono in carcere a Rebibbia e uno ai domiciliari, il magistrato parla infatti di «evidente compatibilità astratta tra le condotte violente degli indagati, reiterati e coordinate, con la volontà di uccidere». Dagli interrogatori di garanzia e dalle prime testimonianze degli amici di Willy e di chi si trovava casualmente a passare in quel frangente, contenute nell’ordinanza del Gip. si evince anche un altro particolare, sottolineato ieri pure dal padre di Mario Pincarelli, uno dei giovani accusati di aver partecipato al pestaggio mortale: l’unico a rompere il patto di omertà stipulato dai quattro è stato Francesco Belleggia (ora ai domiciliari) .

È lui che ha raccontato agli inquirenti di come in auto, durante il tragitto di ritorno verso Artena, le persone che erano con lui – i due fratelli Bianchi e altri tre giovani al momento non indagati – avrebbero «detto che Pincarelli aveva dato pugni a Willy. Io non ho visto i colpi di Mario… quando ho visto Willy cadere io mi sono allontanato e anche i Bianchi». Viceversa, sia Pincarelli che Marco e Gabriele Bianchi hanno sostenuto la versione di «non aver toccato nessuno» e di non aver visto nulla.

PER IL PADRE DI MARIO Pincarelli, Belleggia invece «ha cantato», ha tradito; mentre suo figlio, così come i fratelli Bianchi, è «un bravissimo ragazzo». «Qualcuno in giro dice che sia un attaccabrighe, lo so, ma in realtà è solo un ragazzo affettuoso che difende gli amici. Certo che se gli pesti un piede si fa rispettare», spiega Stefano Pincarelli che in poche parole descrive così un intero universo. Un mondo ben noto, e non solo in paese, condiviso e perfino ambito. È questo l’ambiente dove sono cresciuti questi ragazzi: «Di politica non gliene frega niente, e neanche di sport – continua l’uomo descrivendo ancora suo figlio – per lui esistono solo le ragazze». Un vizio comune. Infatti anche la versione concordata (e in parte anche confermata da alcuni testimoni) dei fratelli Bianchi è che i due, insieme ad un altro amico e a tre ragazze di cui nessuno ricorda il nome, stessero «consumando un rapporto sessuale vicino al cimitero» quando ricevettero la telefonata di richiesta di aiuto dal luogo della rissa, nei pressi della caserma dei Carabinieri.

E POCO IMPORTA SE, come scrive su Twitter lo scrittore Jonathan Bazzi, autore di Febbre, il romanzo candidato all’ultima edizione del Premio Strega, «l’estetica di questi tizi (Marco e Gabriele Bianchi, ndr) è la stessa della pornografia gay mainstream». Chissà quanti, tra i loro followers, ne sono consapevoli.

Forse lo sono almeno molte delle migliaia di persone che mercoledì sera hanno partecipato a Paliano alla fiaccolata in ricordo del giovane cuoco ucciso indossando una maglietta bianca. «Bianco come simbolo di purezza», ha specificato Domenico Alfieri, il primo cittadino di Paliano dove risiede la famiglia Duarte Monteiro, annunciando che le esequie si terranno domani presso il locale campo sportivo comunale. Per l’ultimo addio al giovane Willy, la promessa del calcio, il ragazzo che nessuno considerava non italiano, nella cittadina del frusinate si attendono migliaia di partecipanti. Per questo ieri si è tenuta una riunione in prefettura, al termine della quale il sindaco ha ricordato che saranno rigorosamente applicate le norme anti-covid e, per volere della famiglia, non saranno permesse foto e riprese di nessun tipo, neppure con gli smartphone.

«QUANDO IL PADRE DI WILLY, abbracciandomi forte mi ha ringraziato ho provato vergogna – ha raccontato ieri il sindaco di Colleferro, Sanna – Quando l’ambasciatore di Capo Verde, in un abbraccio successivo mi ha ringraziato di nuovo avrei voluto sparire. Ad entrambi ho chiesto di perdonarci, ho chiesto scusa con la poca voce che mi rimane in questi giorni».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento