William Forsythe, danzando tra regola e eccezione
A teatro Alla Scala di Milano fino al 30 maggio un ciclo di lavori del grande coreografo statunitense. La collaborazione col musicista James Blake, due mesi condivisi con i ballerini scaligeri per far emergere la loro corporeità unica
A teatro Alla Scala di Milano fino al 30 maggio un ciclo di lavori del grande coreografo statunitense. La collaborazione col musicista James Blake, due mesi condivisi con i ballerini scaligeri per far emergere la loro corporeità unica
Una festa. Una gioiosa dichiarazione di fiducia e di amore al binomio tra accademia, intesa come regole, passi, vocabolario del balletto, ed eccezione da tradurre nella parola coreografia. È in scena fino al 30 maggio al Teatro alla Scala Serata Forsythe – Blake Works V, danzare dentro il presente con un maestro come William Forsythe, sperimentatore formidabile da più di quarant’anni.
«BLAKE WORKS V» si apre con la prima assoluta di Prologue, favoloso pezzo sospeso, seguito dalla rielaborazione per otto danzatori del magnetico The Barre Project nato in piena pandemia come streaming per un quartetto con la ballerina americana Tiler Peck, chiude Blake Works I, ideato nel 2016 per i ballerini dell’Opéra di Parigi, ora danzato dal Corpo di ballo scaligero. Una serata che porta a compimento il ciclo di lavori iniziato sette anni fa da Forsythe su musica di James Blake, cantautore e compositore inglese, campione del dubstep, formazione musicale classica solidissima tra gusto del contrappunto e generi contemporanei.
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William Forsythe e quelle ardite mutazioniQUI I CAST sono vari: al debutto i primi ballerini Nicoletta Manni e Marco Agostino, con i solisti Losa, Camilla Cerulli, Linda Giubelli e dal Corpo di ballo Andrea Risso, Gioacchino Starace e Rinaldo Venuti. Non si pensi che la gerarchia con Forsythe crei barriere: flirtando con una sbarra e al centro nel buio del palcoscenico gli otto emergono ognuno con qualcosa di suo, Giubelli per velocità, Venuti per brioso piglio, Cerulli per stacco e così via tutti. La chiusura, Blake Works I, sull’album The Colour in Anything ha in primo piano quattordici danzatori: magia contemporanea degli épaulements, fulminanti pirouettes, jetés, cabrioles, gioco tra minimali citazioni da pezzi cult del repertorio come Serenade di Balanchine, ma anche da sequenze tipiche della Scuola dell’Opéra di Parigi: tra i pezzi, è super il duo tra la prima ballerina Alice Mariani e il solista Christian Fagetti, lei in accademico azzurro, lui casual, astrazione di passi che diventa sentimento. Grandi Claudio Coviello, Martina Arduino e il cast tutto.
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