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William Barr: «Donald Trump è responsabile» per il 6 gennaio

William Barr: «Donald Trump è responsabile» per il 6 gennaio

Stati uniti La Commissione d'inchiesta sull'attacco al Campidoglio cita in giudizio la fidanzata del figlio dell'ex presidente, Don Jr.

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 6 marzo 2022

Durante un’intervista rilasciata a Nbc News l’ex procuratore generale William Barr ha dichiarato di ritenere che Donald Trump sia «responsabile nel senso ampio della parola» per ciò che è accaduto in Campidoglio il 6 gennaio 2021, quando un gruppo di facinorosi violenti ha interrotto il conteggio dei voti da parte del Congresso che stava validando la vittoria di Joe Biden. «Sembra che mandare questo gruppo a Capitolo Hill fosse parte del piano – ha aggiunto Barr sempre riferendosi a Trump – Penso che l’idea fosse quella di intimidire il Congresso, e penso che fosse sbagliato».

Durante il suo mandato al Dipartimento di Giustizia Barr è sempre stato un alleato di Trump, fino alle elezioni presidenziali del 2020, quando i rapporti si sono raffreddati per via delle false accuse di frode elettorale da parte di Trump, che hanno portato Barr a dimettersi, nel dicembre 2020, dopo aver rifiutato la richiesta dell’ex presidente di indagare queste truffe inesistenti .
Questa a Nbc News è la prima di una serie di interviste che l’ex procuratore generale sta rilasciando a promozione del suo nuovo libro, e questa non è una bella notizia per Trump, che in una dichiarazione si è scagliato contro di lui: «Bill Barr non riconoscerebbe una frode elettorale nemmeno se lo stesse guardando in faccia». «Era debole, inefficace e terrorizzato dalla prospettiva di venire messo sotto impeachment, cosa che i democratici minacciavano costantemente di fare».

FINO AD ORA TRUMP ha ripetutamente negato ogni sua responsabilità nell’insurrezione del 6 gennaio, incolpando invece i leader del Congresso di non aver messo adeguatamente in sicurezza il Campidoglio. Non la pensa così la commissione della Camera che indaga sul 6 gennaio e che ha rivolto a Trump la gravissima accusa di essere stato coinvolto in una cospirazione criminale nel tentativo di rovesciare il risultato delle elezioni del 2020.
È chiaro che dopo 7 mesi di indagini il comitato della Camera ora sta premendo l’acceleratore, e ha citato in giudizio Kimberly Guilfoyle, la fidanzata del figlio maggiore dell’ex presidente, Don Jr, in quanto si trovava nello Studio ovale durante l’ultimo tentativo di Trump di persuadere il suo vice Mike Pence a invalidare le elezioni.

Il presidente del comitato della Camera Bennie Thompson ha affermato che la presenza di Guilfoyle alla Casa bianca la mattina dell’attacco al Campidoglio, la sua apparizione alla manifestazione di Trump e il suo coinvolgimento nella raccolta fondi per organizzarla, la rendono una testimone importante. La citazione riporta le parole di Guilfoyle alla manifestazione e fa riferimento a un ormai famigerato video, dove la si vede ballare prima del comizio per poi salire sul palco e dire alla folla «non permetteremo ai liberal e ai democratici di rubare il nostro sogno o le nostre elezioni». Nei filmati nel backstage i la si vede dire alla gente: «Abbiate il coraggio di fare la cosa giusta. Combattere!»

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