Whirlpool conferma le chiusure Dodici ore di sciopero in tutti i siti
Ex Indesit Ieri primo incontro azienda-sindacati. Gli americani non fanno concessioni: chiuderanno Carinario e None
Ex Indesit Ieri primo incontro azienda-sindacati. Gli americani non fanno concessioni: chiuderanno Carinario e None
Un incontro durato pochi minuti quello di ieri a Roma tra Whirlpool e sindacati, giusto il tempo per confermare l’intenzione di smobilitare Carinaro e il centro di ricerche piemontese di None, più il trasferimento della produzione di Albacina a Melano (1.335 esuberi) e le confederazioni hanno abbandonato il tavolo.
La decisione di porre il ritiro delle chiusure come pregiudiziale al confronto era stata presa in una lunga riunione di coordinamento su richiesta dei lavoratori casertani, che ieri hanno bloccato l’accesso ai magazzini merce. Fim, Uilm e Ugl hanno seguito l’indicazione. Differente la posizione della Fiom: i vertici nazionali avrebbe voluto discutere col gruppo statunitense, forse per non lasciare la trattativa interamente in mano al premier Matteo Renzi, che sabato a Pompei aveva annunciato un suo intervento diretto; la delegazione campana invece avrebbero preferito la linea dura. Il confronto si è fermato comunque: con l’abbandono delle altre sigle, anche la Fiom ha deciso di sospendere la discussione, preferendo non spaccare il fronte.
Così nel pomeriggio tutti insieme hanno deciso 12 ore di sciopero entro il 10 maggio in tutti i siti produttivi del gruppo, mentre per la festa dei lavoratori Cgil, Cisl e Uil della Campania saranno a Carinaro.
«Va rispettato l’accordo del 3 dicembre 2014 che l’azienda ben conosceva al momento dell’acquisto di Indesit e che non può considerare carta straccia e con esso i lavoratori da licenziare», il commento del segretario generale della Fim, Marco Bentivogli. Il prossimo incontro con la multinazionale avverrà al Mise lunedì prossimo, domani i confederali interverranno in commissione Lavoro del Senato ma chiedono l’impegno del governo con una convocazione a Palazzo Chigi. «E’ impossibile che un colosso come Whirlpool presenti un piano industriale per l’Italia senza che la presidenza del Consiglio e il ministero dello Sviluppo economico non ne sapessero nulla – dichiara il segretario regionale Fiom delle Marche, Giuseppe Ciarrocchi -. C’è un gioco delle parti ad alto tasso di commedia dell’arte».
Imperturbabili alla Whirlpool: «Massima disponibilità al confronto, restiamo fortemente convinti della validità del piano industriale. Gli investimenti, pari a 500 milioni, rilanciano il paese, ponendolo al centro della strategia europea dell’azienda». Nei prossimi giorni convocheranno le Rsu dei singoli stabilimenti per spiegare la strategia. «La Fiom ha ribadito la propria contrarietà alle chiusure e ai licenziamenti e la propria disponibilità a riprendere un confronto», hanno spiegato i capidelegazione Michela Spera e Gianni Venturi.
Il timore è che il governo possa strappare una riduzione degli esuberi che lasci in piedi Carinaro (815 dipendenti diretti) in una versione ridimensionata, in modo da spostare il problema un po’ più in là nel tempo. «Per salvare davvero la presenza industriale in Campania – spiega Andrea Amendola, segretario della Fiom partenopea – bisogna fermare lo scippo delle produzioni verso Marche e Lombardia e fare da noi il polo delle lavatrici: a Napoli c’è già la gamma alta, nel casertano si faceva l’altro segmento prima che venisse spostato in Turchia».
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