Lavoro

Whirlpool, a palazzo Chigi solo per un rinvio

Whirlpool, a palazzo Chigi solo per un rinvioIl corteo dei lavoratori Whirlpool Napoli a Roma la scorsa settimana

Vertenze La multinazionale scrive al governo: vendita bloccata fino al 31. I sindacati: era già così in vista della vendita a Prs, non ci basta

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 10 ottobre 2019

Il tavolo Whirlpool, approdato ieri a Palazzo Chigi, ha prodotto solo un nuovo rinvio. L’azienda Usa ha scritto al premier Giuseppe Conte offrendo la sospensione fino al 31 ottobre della cessione del ramo d’azienda del sito di Napoli (420 dipendenti diretti) per tornare a trattare. Dietro i toni cortesi nessun ripensamento: «Attendiamo una convocazione dal governo per riprendere la discussione di merito sul progetto identificato» cioè la cessione alla Prs, una start up svizzera con un capitale sociale di soli 180mila franchi. È stato Conte a leggere la missiva ai sindacati. «È una sospensione a orologeria» la reazione di Fiom, Fim, Uilm e Uglm. Il premier e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, a fine incontro hanno diffuso una nota: «Il governo ritiene non soddisfacenti e non risolutivi i contenuti della lettera». Per finire: «Il presidente e il ministro hanno deciso di avviare un’interlocuzione con i vertici di Whirlpool per capire se ci siano ulteriori novità, con particolare riguardo al superamento del precedente piano di reindustrializzazione. Il governo ritiene indispensabile sollecitare Whirlpool a far chiarezza su quali siano gli ostacoli che impediscono la prosecuzione degli impegni già assunti. L’intento è creare tutte le condizioni perché venga mantenuto sul territorio il presidio industriale».
Patuanelli incontrerà i vertici Whirlpool a stretto giro sperando che sparisca dal tavolo la cessione alla Prs, giudicata da tutti non credibile, in favore di un marchio di peso. Il management ha annunciato un «player internazionale importante» ma è dal 31 maggio che gioca con le parole. «La sospensione della procedura non è il massimo – ha spiegato ieri il ministro -, avrei preferito l’interruzione, ma è utile andare a vedere le carte in mano all’azienda. Anche se i segnali che abbiamo avuto e le esperienze pregresse non depongono a favore di un’interlocuzione serena». All’incontro tra governo e vertici della multinazionale Usa seguirà una nuova convocazione di Fim, Fiom, Uilm e Ugl. «Vogliamo capire qual è il player internazionale che dicono esserci dietro l’operazione – ha concluso Patuanelli – e anzi, preliminarmente, far presente che c’è un piano industriale firmato».
Nel pomeriggio c’è stata un’assemblea molto tesa in fabbrica a Napoli: «La sospensione non serve a nulla – hanno ribadito i sindacati -. Whirlpool rispetti l’accordo del 2018 rilanciando il sito di via Argine». E Rocco Palombella della Uilm: «L’azienda si è rivenduta la disponibilità a sospendere la cessione a fronte di una procedura che si sarebbe comunque dovuta concludere il 31 ottobre». Preoccupato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: «Non vorrei che si stia preparando il giorno dell’impiccagione dei lavoratori». Il governatore Vincenzo De Luca avverte: «Se Whirlpool decide di dismettere, il governo deve garantire l’occupazionale e non il subentro di qualche piccola azienda svizzera. Sono cose ridicole. La regione è pronta a dare un contributo ma con un piano industriale serio».

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