Oggi quella fototessera di Werner Bischof (Zurigo 1916 – Trujillo, Peru 1954), sul passaporto rilasciato nel 1945, non sarebbe valida. Le regole sono molto più rigide: le foto devono essere a fuoco e nitide, lo sguardo della persona ritratta diretto verso l’obiettivo, avere un fondo neutro e un livello ottimale di luminosità e contrasto. Lui, invece, guarda in alto, il volto leggermente ruotato di lato, i capelli scompigliati, l’esuberanza della giovinezza e, tra le righe, il desiderio di sfidare la prevedibilità. Non è un caso che avesse scelto la professione di fotografo, come è indicato sul documento. Di Bischof, tra...