Visioni

«Wasted», disillusioni e dipendenze

«Wasted», disillusioni e dipendenzeUna scena da «Wasted» – foto di Simone Cecchetti

A teatro Dal testo della poeta rapper britannica Kate Tempest, lo spettacolo diretto da Giorgina Pi

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 25 gennaio 2020

Sono in cerca di normalità i tre personaggi di Wasted. Si sballano di alcol, pasticche e canne, ma l’unico paradigma che sembrano conoscere e cui anelano è quello piccolo borghese. Inquieti e insoddisfatti, sopravvivono persi e logorati nella desertificazione sociale, consapevoli delle proprie esistenze sprecate, ma incapaci di cambiarle. È la generazione dei trentenni che la poeta rapper britannica Kate Tempest rappresenta con la sua scrittura polimorfa, dolcissima e ficcante come una lama. Classe 1985, poco conosciuta in Italia ma apprezzatissima Oltremanica per le struggenti performanceword, Tempest approda al Teatro India (fino a domani) con questa pièce del 2012, messa in scena da Giorgina Pi con la compagnia Bluemotion, che ha nel titolo tutte le declinazioni di una desolata condizione esistenziale.

«WASTED», sorta di stigmate, resta in originale nella traduzione di Riccardo Duranti – traduttore anche di Che mangino caos (E/O, 2017). In una scena segnata all’inizio con fasci di luce taglienti, l’insegnante Charlotte (Sylvia De Fanti), il musicista Danny (Xhulio Petushi) e l’impiegato Ted (Gabriele Portoghese), al rendez-vous per i dieci anni dalla morte del loro amico Tony, ripercorrono le loro storie insoddisfacenti. Con chitarre e basso cantano parole di sconcerto e rassegnazione, anche per l’assenza dell’amico, dedicandogli un albero che ogni tanto tornano a prendere in mano proiettandone la piccola sagoma sul fondale. Al centro una batteria che resta muta – lo strumento di Tony – sembra incarnare quella perdita, e si fa metafora del sogno infranto, di un concerto impossibile. Si muovono tra aste per microfoni e casse tecniche, sono in una sala prove, ma quel gruppo non suonerà in concerto. Bevono, fumano, parlano. Nell’arco di una notte – Giorgina Pi ha ridotto l’unità di tempo classica, l’intero giorno, e ha tolto le connotazioni londinesi del testo – si consuma quell’incontro rituale, senza cambiare nulla. Un fallimento. Charlotte, che ha una storia con Danny in perenne attesa di successo, tornerà dai suoi alunni, mentre l’assennato Ted è già pronto per lo shopping con la moglie.

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