Lo ricordate? Alla fine degli anni Zero la letteratura italiana era nel pieno di quello che si definiva un «ritorno al reale»; anzi, tutta l’estetica occidentale sembrava esprimere ciò che David Shields definiva Reality Hunger, «fame di realtà». Lo si vedeva sul piano dei contenuti, grazie al ricorso massiccio a temi di consolidata tendenza realistica (l’interesse per i bassifondi della società, per un esotismo ‘povero’) o di attualità impegnata (il lavoro precario, la crisi economica), ma anche sul piano formale – con novità interne alla ‘cucina’ dei generi: grande fortuna del non fiction novel (specialmente nelle sue diramazioni giornalistiche), della...