Sì, d’accordo: il contributo di Walter Prati con l’elettronica dal vivo alle opere più riuscite di Evan Parker quando il celebre sassofonista inglese agisce a capo dell’ElectroAcoustic Ensemble, è decisivo. Ciò accade da quasi tre decenni e i titoli sono tanti, basterebbe citare quel Fixing the Fluctuating Ideas, stratosferico, pubblicato dalla Victo nel 2021 ma registrato al festival di Victoriaville nel 1996 con la partecipazione fantastica della vocalista Sainkho Namtchylak. D’accordo. Ma non sarà mica obbligatorio parlare del valore di Prati come partner di Evan Parker e non parlare direttamente di Prati, della sua propria musica, delle opere che tratteggiano il suo ritratto di autore. Come non è mai stato obbligatorio, che so, parlare di Don Cherry come partner (paritario) di Ornette Coleman e trascurare tutto quello che ha fatto come leader e ideatore. Recenti uscite impongono di occuparsi di Prati, di questo importante, vitale, curioso, multiforme violoncellista e compositore, regista, strumentista di musica elettronica. Violoncello primo amore. È in primo piano nelle tredici composizioni riunite nell’album Lullabies and Others Stories (Amirani Records). Prati autore e solista. C’è anche l’elettronica. Usata nel trattamento/trasformazione delle risorse dello strumento acustico, sempre con massima discrezione, con delicatezza. Quando accade che venga usata come produttrice di suoni sintetici con ruolo autonomo, unico caso First Story, è come una nuvola di suoni dentro un brano vivace che riprende i modi della free improvisation. Questa nell’insieme è la «musica moderna», ma moderna vuol dire dell’oggi più recente, proprio oggi. Romanticismo e strutture barocche, lirismo, tocchi persino nostalgici, leggere incursioni nel classico radicalismo avant-garde: tutto si muove in questa suite di brevi movimenti. È la musica dell’attualità: incroci, ritorni, proiezioni. Prati è invece interprete rigorosamente al live electronics insieme al flautista Gianni Trovalusci in Soffio elettrico (Da Vinci Classics). Interprete e ri-creatore come Trovalusci, al quale molte delle opere sono dedicate. Syrinx di Claude Debussy diventa Sysdebu Recomposed e Prati diventa co-firmatario di un brano dove si evoca l’«impassibilità» come uno dei canoni della neoavanguardia. Altri autori sono Sylvano Bussotti, Nicola Sani, Roscoe Mitchell (l’immenso leader dell’Art Ensemble of Chicago, improvvisatore principe, qui alle prese con la scrittura), Prati stesso. I due, poi, dialogano su quello che è forse il loro terreno preferito in Improvviso 1. Trovalusci meditativo, Prati spaziale. Qualche impronta soundtrack, clima di desiderio.