Inizia con un lungo applauso ai cento anni di Pietro Ingrao la direzione in cui Renzi chiede su di sé «un voto di fiducia» sull’Italicum. Quell’Ingrao che nel ’66 seppe dissentire dinanzi al segretario Luigi Longo all’XIesimo congresso del Pci. Cinquant’anni dopo, la direzione Pd è un ring, e allineati e dissidenti se le suonano di santa ragione. Finisce con un voto all’unanimità sulla relazione del segretario, un voto bulgaro per così dire: le minoranze compattamente non partecipano. Unite per ora, in aula si vedrà. Sulla loro divisione Renzi scommette apertamente: nella relazione fa l’elenco dei dissidenti buoni e di...