Economia

Voto di sfiducia, il governo vacilla ma non crolla

Voto di sfiducia, il governo vacilla ma non crollaAtene, la protesta contro il governo davanti al parlamento – Reuters

Grecia Mozione di Syriza, il governo si salva ma è in difficoltà

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 12 novembre 2013

Il governo di Antonis Samaras sta cominciando a perdere pezzi. Ieri mattina si votava la mozione di sfiducia presentata dal partito radicale di sinistra Syriza, la principale forza di opposizione, per contestare le «catastrofiche politiche economiche» dell’esecutivo e la gestione della vicenda Ert, l’ex emittente radiotelevisiva pubblica chiusa a giugno e sgomberata pochi giorni fa dai giornalisti che la occupavano. Il governo ne è uscito malconcio, ma ancora in piedi. La maggioranza per l’esecutivo è stata esigua: 153 su 300 deputati, mentre 124 hanno votato a favore della mozione e 17 si sono astenuti. A votare con Syriza anche la deputata del Pasok Theodora Tzakri, che è stata espulsa immediatamente dal partito, con una lettera di Evaghelos Venizelos, leader dei socialisti, alla presidenza della Camera. Per la sfiducia si sono espressi i comunisti del Kke, i Greci Indipendenti e Alba Dorata. I deputati di Sinistra Democratica si sono astenuti. Sei gli assenti: tre di Alba Dorata perché detenuti, due della maggioranza e uno di Syriza, l’eroe della resistenza greca Manolis Glezos, in ospedale per una operazione.

Dopo una guerra verbale, al limite dell’insulto da parte di Samaras e Venizelos contro il leader di Syrizia Alexis Tsipras, il primo ministro greco ha ripetuto che le prossime elezioni saranno nel 2016 e che il suo governo continuerà la strada delle (contro)riforme. Ma il fatto è che la maggioranza è scesa a 155 deputati e si cercheranno rinforzi tra i dodici indipendenti.

Tsipras ha accusato l’esecutivo di governare solo con la forza dell’ordine e i decreti puntando il dito contro Samaras per le sue continue assenze in parlamento. La presidente dei deputati del KKe, Aleka Papariga, a sua volta se l’è presa con tutti: «Governo e Syriza hanno praticamente la stessa politica, lo sviluppo che propongono beneficerà soli i monopoli e gli squali e non il popolo», ha arringato.

Samaras ha salvato il suo governo, come era prevedibile, ora però dovrà affrontare molti ostacoli compresa l’ostinazione di un numero nutrito di deputati del suo partito, Nuova Democrazia, e dei sui alleati di governo del Pasok, contro le nuove tasse sugli immobili, la legge per gli sfratti e la confisca (specialmente per la prima casa), e il nuovo tsunami di licenziamenti nel settore pubblico così come preteso dalla troika.

«Il nostro paese è governato dalle e-mail della troika», aveva denunciato giorni fa la ex ministra Tzakri, aprendo la strada alla sua fuoriuscita dal Pasolk. Un altro deputato dei socialisti, Mixalis Kassis, sembra pronto a dare battaglia per avversare la nuova legge sugli immobili, facendo presente che altri nel Pasok e in Nuova Democrazia sono pronti a ribellarsi.

Euclidis Tsakalotos, professore universitario e responsabile per la politica economica di Syriza, ha commentato così il risultato del voto di ieri: «Il governo sta negoziando una sorta di stagnazione permanente, senza speranza. Per la prima volta, dopo la seconda guerra mondiale, avremo una generazione di giovani che crescerà in condizioni peggiori dei suoi genitori. Un shock psicologico di enormi dimensioni». Per Tsakalotos il problema del debito e della crisi vuole una soluzione europea: «Syriza propone un’alternativa per tutti. Il governo della sinistra in Grecia parlerà per tutto il Sud Europeo. Non cadremo in una contrapposizione tra Grecia e Germania, ma ci opporremo alle politiche neoliberiste che si applicano».

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