ExtraTerrestre

Votata la legge sul Ripristino della Natura

Un Cavaliere d'Italia nel bosco dell'Arrone. Oltre cento oasi, di cui quaranta boschi, aperti gratuitamente al pubblico lungo tutto tutto lo Stivale: domenica 22 maggio, nella Giornata mondiale della biodiversita', il Wwf celebra la sua 'Giornata delle oasi' per svelare ai cittadini le meraviglie naturalistiche dell'Italia. L'iniziativa, spiega l'associazione, quest'anno ha una missione in piu': tutelare i boschi e incrementarli. Quasi il 35% del territorio italiano, ricorda il Wwf, e' ricoperto da foreste con circa 12 miliardi di alberi ma non mancano le minacce quali tagli incontrollati, incendi, cambiamenti climatici, piogge acide e smog.Un Cavaliere d'Italia nel bosco dell'Arrone. Oltre cento oasi, di cui quaranta boschi, aperti gratuitamente al pubblico lungo tutto tutto lo Stivale: domenica 22 maggio, nella Giornata mondiale della biodiversita', il Wwf celebra la sua 'Giornata delle oasi' per svelare ai cittadini le meraviglie naturalistiche dell'Italia. L'iniziativa, spiega l'associazione, quest'anno ha una missione in piu': tutelare i boschi e incrementarli. Quasi il 35% del territorio italiano, ricorda il Wwf, e' ricoperto da foreste con circa 12 miliardi di alberi ma non mancano le minacce quali tagli incontrollati, incendi, cambiamenti climatici, piogge acide e smog.

Nuovo passo in avanti per la Nature Restoration Law: con 53 sì, 28 no e 4 astenuti, ieri la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato a favore dell’accordo raggiunto […]

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 30 novembre 2023

Nuovo passo in avanti per la Nature Restoration Law: con 53 sì, 28 no e 4 astenuti, ieri la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha votato a favore dell’accordo raggiunto nel Trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento) sul Regolamento per il ripristino della natura. Siamo quindi a un passo dall’approvazione di questo provvedimento «simbolo» del Green Deal che prevede il ripristino del 20% degli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030. Un provvedimento quanto mai opportuno perché è arrivato il momento di adottare soluzioni rapide, per proteggere e per rivitalizzare habitat e ecosistemi, generando ricadute positive sulla pianificazione territoriale delle aree urbane e rurali, sull’adattamento climatico e sull’agricoltura.

Si è trattato di un percorso travagliato che, a causa del cambio di rotta voluto da Manfred Weber, capogruppo del Partito Popolare europeo, ha visto indeboliti molti obiettivi della proposta originaria: il politico tedesco ha dapprima preso le distanze dal Regolamento, nonostante il Ppe l’avesse in origine appoggiato, e poi ha cercato di affossarlo, senza però riuscire a controllare tutti i voti del suo gruppo. Diventato il bersaglio di una campagna di disinformazione e allarmismo senza precedenti, nella plenaria di luglio, il Regolamento era stato notevolmente indebolito dal Parlamento Europeo che aveva adottato una posizione meno incisiva rispetto alla proposta della Commissione.

Nei successivi negoziati, è stato raggiunto un compromesso che però in parte ancora risente delle concessioni fatte al Ppe e al comparto agro-industriale. La proposta di Regolamento ha incontrato la forte opposizione dell’attuale governo italiano e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che per due volte ha votato contro la sua approvazione.

Opposizione «politica» confermata anche ieri dai deputati dei partiti di maggioranza presenti in Commissione: una scelta incomprensibile per un Paese come l’Italia che da questo Regolamento ha solo da guadagnare, anche in termini di risorse a cui poter attingere, e che isola il nostro Paese sullo scenario europeo. A questo punto comunque manca solo il voto in plenaria dell’Europarlamento, previsto tra il 26 e il 29 febbraio, e un passaggio formale del Consiglio e finalmente il Regolamento diventerà operativo. Un traguardo importante, frutto anche di una mobilitazione senza precedenti che, per diversi mesi, ha visto impegnati più di 6.000 scienziati, oltre 100 imprese, 200 Ong, numerosi attivisti per il clima e più di un milione di cittadini a sostegno della prima legge dell’Unione Europea per il ripristino degli ecosistemi.

Per la coalizione RestoreNature, composta da BirdLife Europe, ClientEarth, EEB e Wwf, «è incoraggiante vedere come il sostegno alla legge sia cresciuto con l’adozione dell’accordo tra le istituzioni europee, ma è deludente vedere alcuni eurodeputati non disposti a proteggere l’Europa e i suoi cittadini dagli impatti devastanti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità».

A poco più di sei mesi dalle prossime elezioni europee, il Green Deal si conferma terreno di scontro politico: dopo averlo proposto, sembra quasi che parte del Partito Popolare, ma anche delle forze liberali e progressiste, siano intenzionati a rincorrere la destra nel rimetterlo in discussione. Da questo punto di vista, la scorsa settimana è stata una delle più difficili. La plenaria di Strasburgo ha bocciato il Regolamento sui pesticidi che ne prevedeva il dimezzamento entro il 2030 e ha svuotato di contenuto e vincoli la proposta di Direttiva sugli imballaggi. Nel frattempo, a Bruxelles il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida presentava un documento con la richiesta alla Commissione Europea di aggiornare lo status di protezione dei grandi carnivori, a partire dal lupo: una richiesta, appoggiata anche da altri Paesi, che ha il chiaro obiettivo di aprire la strada agli abbattimenti nonostante la scienza abbia dimostrato il ruolo cruciale del lupo per gli ecosistemi. La posta in gioco è altissima. Crisi climatica e perdita di biodiversità stanno presentando conti sempre più salati ed è gravissimo continuare a temporeggiare, rinviando le azioni urgenti. Le prossime elezioni europee saranno un appuntamento decisivo perché il confronto tra chi vorrà continuare sulla strada della transizione verde e chi invece vorrà bruscamente arrestarla emergerà in maniera sempre più netta: starà ai cittadini europei fare la scelta giusta.

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