In Germania si è aperto un nuovo campo di battaglia per il clima: Volkswagen, una delle aziende con maggiori responsabilità per la crisi climatica, è stata citata in giudizio per la propria inazione.

Nel corposo documento depositato in tribunale, i tre querelanti – i direttori di Greenpeace Germania Martin Kaiser e Roland Hipp e l’attivista dei Fridays for Future Clara Mayer – mostrano che finora Volkswagen non ha fatto abbastanza per ridurre le proprie emissioni. Secondo l’Ipcc, per avere il 50% di possibilità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi, non si possono emettere più di 500 gigatonnellate di CO2 a livello globale. Sulla base degli scenari dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Iea), per non eccedere la propria quota di emissioni e rispettare questa soglia, Volkswagen dovrebbe abbandonare completamente i motori a combustione interna entro il 2030. Non ci sono alternative per ottenere una rapida transizione verso la mobilità elettrica e verso servizi di mobilità condivisa rispettosi del clima.

La causa legale contro Volkswagen segue una recente sentenza avvenuta nei Paesi Bassi, dove un tribunale ha stabilito che non solo gli Stati ma anche le aziende devono ridurre le loro emissioni in linea con gli obiettivi climatici globali, e ha condannato Shell a rafforzare i propri impegni in materia di clima. Greenpeace Germania invoca inoltre il rispetto della storica sentenza della corte costituzionale di Karlsruhe dell’aprile 2021, quando i giudici hanno stabilito che le generazioni future hanno il diritto fondamentale alla protezione del clima. Le grandi aziende, con le loro attività inquinanti, sono vincolate al rispetto di questo diritto.
In qualità di secondo produttore di auto al mondo, Volkswagen ha una grande responsabilità in un settore con un ruolo di primo piano nella crisi climatica come quello dei trasporti. Nonostante l’aumento di eventi estremi, l’azienda continua a vendere auto alimentate a combustibili fossili, con emissioni annue totali pari a 582 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, più di quelle dell’Australia.

A dicembre, Volkswagen definirà il suo piano di investimenti per i prossimi cinque anni. Nonostante le richieste legali di agire per proteggere l’ambiente e le generazioni future, al momento il piano dell’azienda prevede la produzione di una nuova generazione di motori a combustione interna, che la casa automobilistica sembra voler vendere almeno fino al 2040. Se la causa dovesse avere successo, Greenpeace Germania stima che porterà a una riduzione di oltre due miliardi di tonnellate di CO2 emesse rispetto ai piani di Volkswagen, più del doppio delle emissioni annuali dell’aviazione mondiale.

Per rallentare la crisi climatica, è fondamentale che le grandi aziende riducano le loro emissioni fino ad azzerarle, senza ricorrere a trucchi. Questo vale per il colosso tedesco dell’automotive ma anche per le aziende che basano i loro affari su gas e petrolio, come l’Eni. Se le aziende continueranno a ritardare l’azione, in futuro sempre più spesso ne dovranno rispondere in tribunale.