Se la storia delle donne è ormai da decenni oggetto di studi, le loro scritture non hanno goduto della medesima attenzione. In rapporto al Medioevo capita di incontrare letture nelle quali si sottolineano soltanto i caratteri misogini della cultura dominante, che sono innegabili, ma si dedica poco spazio al fatto che la condizione femminile dell’epoca conobbe un miglioramento netto rispetto alle società greca e romana. La frequenza di scritture femminili di tipo differente nell’età medievale lo testimonia meglio di tante altre considerazioni, perché l’accesso all’istruzione è sempre un fattore rilevante nel misurare la condizione sociale.

PROPRIO PER QUESTO la raccolta realizzata da Elisabetta Bartoli, Donatella Manzoli e Natascia Tonelli e intitolata Scrittrici del Medioevo. Un’antologia (Carocci, pp. 401, euro 39) rappresenta una lettura necessaria. Con l’aiuto di una nutrita equipe di studiose, le tre curatrici hanno raccolto decine di testi, organizzati in sei sezioni (L’educazione, Il sé e il mondo, La maternità, L’amore, Il corpo e il sesso, La mistica e il sacro) e presentati in traduzione con il testo originale a fronte.

Alcune scelte sono ovvie, non in senso negativo, ma perché è impensabile un’antologia di scritture femminili medievali che non comprenda Anna Comnena, Eloisa, Trotula, Ildegarda di Bingen, Caterina da Siena, Christine de Pizan. Altre sono meno note ma non sorprendono: si pensi alle lettere di Alessandra Macinghi Strozzi o Margherita Bandini Datini, ben note agli addetti ai lavori, ma forse meno al di fuori di quella cerchia.

Per il primo Medioevo il nome di Dhuoda è certamente noto, molto meno quello di Erchenefreda, che nel VII secolo scrive una lettera al figlio, futuro vescovo di Cahors. Nuove sono invece le testimonianze di autrici appartenenti al mondo ebraico o arabo-musulmano, qui presenti soprattutto come poetesse.

OLTRE AI TESTI POETICI, ve ne sono di tipo storico, narrativo, trattatistico, agiografico, epistolografico, devozionale, ascetico-mistico, insomma una bella varietà che mostra l’ampiezza di questo mondo femminile che scrive. Le curatrici accompagnano ogni fonte con una nota che ne spiega senso e contesto.

L’introduzione, che è a sua volta una nota generale di guida alla lettura, è indispensabile, ma si apprezza anche la cura per gli apparati conclusivi: una ricca bibliografia, una sintesi biografica per ogni autrice, una tavola cronologica. L’insieme fa sì che l’antologia non risulti, come a volte succede in questi casi, una collezione un po’ casuale di testi, ma sia invece un percorso conoscitivo approfondito del mondo femminile medievale e delle sue espressioni culturali.