Vladimìr Holan, crampi di senso a somma zero
Una storica foto di Vladimir Holan
Alias Domenica

Vladimìr Holan, crampi di senso a somma zero

«Addio?», più di trecento poesie da Arcipelago, accompagnate dalla nota di Giovanni Raboni, riproposta L’ultimo tempo del grande solitario di Praga: versi fatti di parole scostanti, accordate alla musica atonale, cellule di suoni fra pensiero e distrazione
Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 5 luglio 2015
Poco prima di morire, Jaroslav Seifert disse a un amico: «Io probabilmente rimango nella poesia ceca. Ma con me finisce un’epoca… Una nuova epoca ebbe inizio con Holan, il più grande tra noi, poiché aprì alla poesia ceca nuovi orizzonti, non ancora mappati, che neanch’io comprendo ancora». Non solo nella poesia ceca, ma in quella europea e mondiale, Vladimír Holan ha aperto un territorio ignoto, i cui punti cardinali sono abissalmente diversi da quelli conosciuti. Si deve alla genialità di Angelo Maria Ripellino, suo ammiratore e amico, se il nome di questo solitario praghese ha fatto emigrare la sua fama...
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