Vite di un sogno postmoderno
Una scena da «Un couteau dans le coeur» di Yann Gonzalez
Visioni

Vite di un sogno postmoderno

Dream Cinema Da Yann Gonzalez a Bertrand Mandico, si fa largo in Francia una nuova tendenza degli immaginari. Il manifesto firmato dai registi sui «Cahiers», è un inno alla notte e ai film di genere
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 23 dicembre 2018
È già da qualche anno che in Francia si fa largo un cinema fulgido, fiammante per quanto laterale – una specie di acrocoro animato da iniziati, da dei mistici scapigliati o altrimenti imbonitori della mise en scène – che si può definire «dream-cinema» oppure, per restare alla lingua d’origine, «cinéma-rêve». Un regime di sopra-realtà, di personaggi sonnambolici, lirici, vaganti come spettri in teatri di posa, in prosceni spogli, di cartone, ingombri di chincaglie, o al contrario sgangherati, furenti, ridicoli nei loro eccessi e nelle loro pose, che avanzano, magari attraverso le strettoie di Parigi lasciate aperte nel mezzo del peso...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi