ExtraTerrestre

Vita, morte e «miracoli» nel mare

Greenpeace porterà a Fa’ la cosa giusta! una riproduzione di 3 metri di una balena sommersa da un mare di plastica usa e getta, per denunciare simbolicamente l’impatto che questo […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 7 marzo 2019

Greenpeace porterà a Fa’ la cosa giusta! una riproduzione di 3 metri di una balena sommersa da un mare di plastica usa e getta, per denunciare simbolicamente l’impatto che questo materiale ha sugli ecosistemi marini. Troverà spazio nei pressi del Porto, una delle novità di quest’anno in fiera. «Un’immagine sintetica che tiene insieme l’alimentazione, l’accoglienza dei migranti e l’emergenza ambientale».

Il Porto di Fa’ la cosa giusta! è una piazza dove scienziati, velisti, geografi, pedagogisti, esploratori e giornalisti, racconteranno, con un approccio multidisciplinare e divulgativo, l’ecosistema marino e dei corsi d’acqua e delle acque interne, del loro stato di salute, delle emergenze in atto e delle buone pratiche per risolverle.

L’emergenza plastica – e le risposte possibili – rappresenta uno dei focus centrali. Verrà così presentato il progetto Clean Sea Life, che mira a sensibilizzare il pubblico sull’impatto ambientale dei rifiuti marini e a promuovere l’impegno attivo e costante. Co-finanziato dall’Unione Europea, Clean Sea Life è realizzato dal Parco nazionale dell’Asinara in partenariato con CoNiSMa-Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare, Fondazione Cetacea, Legambiente, MedSharks e MPNetwork.

Durante la fiera si potrà anche firmare la Charta Smeralda, un codice etico, con cui ci si impegna a proteggere il mare riducendo l’impatto di ogni attività ed evitando ogni rischio per l’ambiente marino e costiero. In fiera sarà esposta una mostra fotografica sui rifiuti presenti in mare e sulle spiagge, organizzata da One Ocean Foundation e ideata dalla giornalista Eleonora de Sabata, e dedicata al progetto Clean Sea Life. Al Porto si parlerà anche di cambiamento climatico e inquinamento di plastica, e delle risposte, tanto quelle spronate dalla legislazione comunitaria (con il pacchetto di interventi legati all’economia circolare) quanto iniziative per «deplastificare» la società e produrre un packaging sostenibile.

Porto, però, è anche sinonimo di pesce: nel Mediterraneo l’80% degli stock ittici è sovrasfruttato, un tema caro all’ExtraTerrestre. Presso lo stand del Wwf, durante i tre giorni, ci sarà un «banco del pesce interattivo», che aiuterà a conoscere e riconoscere le diverse specie ittiche, la filiera di produzione e ad orientarsi nelle scelte considerando la stagionalità. In fiera, come sempre, c’è anche l’alternativa: prodotti ittici sostenibili saranno protagonisti dei piatti del punto ristoro L’Ecopesce, aperto nei tre giorni all’interno di Fa’ la cosa giusta!.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento