Economia

Visco: «Futuro non facile per il nostro paese»

Visco: «Futuro non facile per il nostro paese»Ignazio Visco – Lapresse

Bankitalia Il governatore uscente Ignazio Visco di fronte all’Assemblea dell’Abi: «Bisogna lavorare insieme e questo non è un appello: è una necessità»

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 19 ottobre 2023

«Viviamo in un momento tragico, con rischi straordinari». Il governatore uscente di Bankitalia Ignazio Visco ieri parlava di fronte all’Assemblea dell’Abi e nel suo discorso rinverdiva i passaggi del rapporto della Banca centrale con gli istituti bancari nel corso del suo mandato. Però alcuni passaggi sulla situazione generale non se li è potuti risparmiare e se il senso del messaggio sconfina nell’ovvio, la situazione è preoccupante e potrebbe peggiorare, i toni non avevano niente di ovvio. Riflettevano anzi un allarme reale: «Vedo un futuro non facile per il nostro Paese. Forse per tutti i Paesi della Ue. Forse per il nostro mondo di Paesi industrializzati. Bisogna essere cauti e prudenti. Bisogna lavorare insieme e questo non è un appello: è una necessità».

«Lavorare insieme» vuol dire prima di tutto stringersi intorno alla Bce, che il governatore uscente difende a spada tratta per la scelta, invece molto criticata in Italia, di alzare i tassi per combattere l’inflazione. «La risposta era necessaria visto gli effetti di secondo livello che mantengono l’inflazione su livelli ancora non congruenti con la stabilità di fondo dei prezzi e monetaria», afferma, e avverte che «è prematuro pensare a un taglio dei tassi». È una critica velata al governo Meloni, che sulla stretta della Bce la pensa al contrario, ma forse anche una presa di distanza dal suo successore, Fabio Panetta, la cui linea contraria all’ultimo rialzo dei tassi nel board della Banca centrale europea è nota.

Non è l’unico appunto che Visco aveva in serbo per il governo. Il governatore rileva ovviamente l’attenzione dei mercati per il livello raggiunto dal debito italiano, però le agenzie di rating e i mercati stessi «più che al debito guardano a se questo sia sostenibile» e perché sia sostenibile ci vuole «un percorso di crescita graduale ma continuo». Dunque il governo dovrebbe dare «indicazione di più lungo periodo su come far ripartire l’economia». Come dire che dovrebbe smettere di vivere alla giornata, senza visione.

Il punto critico è che la stessa panoramica descritta dal governatore rende il compito che assegna al governo quasi irrealizzabile: «La crescita globale rallenterà notevolmente e i rischi sono chiaramente inclinati verso il basso». Problema di tutti, non solo italiano ma che in Italia si moltiplica. Significativo da questo punto di vista l’allarme che l’Ufficio parlamentare di bilancio, pur essendo vicinissimo a Bruxelles, lancia in vista della riforma del Patto di stabilità. Per l’Upb nel progetto di riforma ci sono «indicazioni di policy eccessivamente restrittive per l’Euroarea e per la Ue, sebbene in misura minore rispetto al Patto di stabilità». La minaccia più grave è rappresentata dalla richiesta di aggiustamenti di bilancio uguali per tutti i Paesi. Nella riforma ci sono ombre ma anche luci, per l’Upb rappresentate soprattutto dalla spinta verso politiche di bilancio pluriennali invece che, come da costume italiano, in un’ottica annuale. Forse quello stesso vivere alla giornata bersagliato da Ignazio Visco.

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