Virtuosismi eroici tra Ciajkovskij e Saint-Saëns
Musica L'ultimo concerto della stagione di Santa Cecilia, due giovani a dirigere e suonare, il pianista Alexandre Kantorow e il direttore Jérémie Rhorer
Musica L'ultimo concerto della stagione di Santa Cecilia, due giovani a dirigere e suonare, il pianista Alexandre Kantorow e il direttore Jérémie Rhorer
Camille Saint-Saëns e Pëtr Il’ic Ciajkovskij sono quasi coetanei, il primo nasce a Parigi nel 1835, il secondo a Votkinsk, 1.000 km a est di Mosca, nel 1840. Ciajkovskij muore, forse suicida, a San Pietroburgo nel 1893, Saint-Saëns gli sopravvive di quasi 30 anni e muore ad Algeri nel 1921. Vivono entrambi la fine del romanticismo. Ma affrontano la crisi delle forme classiche in maniera diversa. Ciajkovskij le corrode dall’interno, le spoglia di senso, indirizzandole a nuovi impatti intellettuali ed emotivi. Saint-Saëns le modifica platealmente, le sconvolge, ma costruendo anche uno schema di equilibrio che ne controlli le spinte disgregatrici. Sono le due facce che preparano la musica nuova.
L’ULTIMO CONCERTO della stagione di concerti sinfonici dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, al Parco della Musica di Roma, Sala Santa Cecilia, è dedicato a tutti e due. Saint-Saëns finisce la sua terza Sinfonia nel 1886: otto anni dopo i parigini ascolteranno L’Après-midi d’un faune di Debussy. È un nuovo mondo che spazza via in un battito di ciglia il vecchio. Il secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Ciajkovskij, meno famoso del primo, ma assai più interessante, fu eseguito per la prima volta a New York nel 1881. Nove anni prima era nato Skjabin. L’anno dopo nasce Stravinskij.
A dirigere e suonare la musica di un così stimolante programma sono chiamati due giovani interpreti, uno, anzi, il pianista Alexandre Kantorow, giovanissimo, appena 25 anni, e il direttore, Jérémie Rhorer. L’accordo è perfetto, nel concerto di Ciajkovskij. Kantorow sfoggia un virtuosismo strabiliante, ma che sa tenere sotto controllo per piegarlo a esigenze espressive. Lo scavo della forma musicale è lucidissimo. Pagina nevrotica quanto altre mai, quasi isterica, piena di contraddizioni, il concerto ciajkovskiano tuttavia fa dei suoi contrasti la struttura formale portante, con coraggiosa e quasi eroica coerenza. È proprio questo eroismo virtuosistico che si fa forma musicale che Kantorow mette in luce. Assecondato dal virtuosismo orchestrale di Rhorer. Splendidi solisti il primo violino di Carlo Maria Perazzoli e il primo violoncello di Luigi Piovano. Nella sinfonia di Saint-Saënt Rohrer ha poi offerto un’altra prova della sua capacità di penetrare il senso di una partitura. Il concerto è stato aperto dalla famosissima – e bellissima – Danse macabre, sempre di Saint-Saëns, e a un pubblico osannante Kantorow ha regalato il bis di una pagina lisztiana: un sonetto del Petrarca.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento