Vigilanza Rai, l’ex Mediaset Barachini presidente. L’Fnsi: «Senza precedenti»
Tv pubblica Le camere nominano quattro consiglieri di viale Mazzini. Per il Pd a viale Mazzini resta Rita Borioni. Ma Martina puntava su Balzoni
Tv pubblica Le camere nominano quattro consiglieri di viale Mazzini. Per il Pd a viale Mazzini resta Rita Borioni. Ma Martina puntava su Balzoni
Regge l’accordo sulle presidenze delle commissioni «di garanzia»: Alberto Barachini, giovane senatore forzista ex giornalista Mediaset fedelissimo di Berlusconi sarà il presidente della commissione di vigilanza sui servizi radiotv; il dem Lorenzo Guerini guiderà il Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti.
Il via libera della vigilanza Rai a Barachini arriva alla terza votazione, quando in sostegno di Pd e Fi arrivano i leghisti: «Noi abbiamo votato scheda bianca. Voglio sperare che il presidente sarà di garanzia per gli italiani e non per Mediaset», dice invece il pentastellato Gianluigi Paragone. Ma è ovvio che sull’accordo complessivo c’era l’assenso dei 5S, che avevano invece puntato i piedi contro Gasparri. Tuona da Leu Roberto Speranza: «È il più clamoroso conflitto di interessi che si sia mai visto in parlamento». «Come mettere un lupo a guardia di un gregge di pecore», commenta Nicola Fratoianni. Per Raffaele Lorusso e Beppe Giulietti, segretario e presidente della Federazione nazionale della stampa, quello che ha portato Barachini da Mediaset alla vigilanza Rai è un «passo senza precedenti».
«In altri tempi una cosa così avrebbe suscitato il finimondo», scuote la testa Pierluigi Bersani, puntando l’indice contro e il Pd. Pd che nell’accordo con gli azzurri ha anche ottenuto la vicepresidenza e la segreteria della vigilanza, rispettivamente con Antonello Giacomelli e Michele Anzaldi.
Ma tra gli stessi dem non tutto fila liscio. O meglio, fila un’altra palla in buca con un posto in cda Rai, ma per Rita Borioni, storica dell’arte, consigliera Rai uscente, vice di Matteo Orfini al dipartimento cultura e informazione del Pd durante la segreteria Bersani e ex collaboratrice di Andrea Marcucci. Sconfitto dunque il segretario Maurizio Martina che aveva puntato su Giorgio Balzoni, giornalista per 15 anni vicedirettore del Tg1, e si è trovato di fronte il muro di Marcucci, il renzianissimo presidente dei senatori Gli altri tre consiglieri espressi dal parlamento sono Beatrice Coletti per i 5S, l’ex giovane padano salviniano doc Igor De Biasio, e Giampaolo Rossi, ex presidente di Rainet e editorialista del Tempo e del Giornale, per FdI.
Oggi i dipendenti Rai eleggeranno il loro rappresentante in cda, poi toccherà al governo fare i suoi nomi: si tratterà del presidente e dell’amministratore delegato con i super poteri assegnatigli dalla riforma Renzi. Per la presidenza, Salvini resta su Giovanna Bianchi Clerici (ex deputata e ex consigliera Rai per il Carroccio), mentre per l’ad il tetto di 240 mila euro allo stipendio rende difficile la ricerca di un manager gradito a Di Maio. A complicare la partita si aggiungono le divisioni nella maggioranza e con il ministro Tria sulle nomine per Cassa depositi e prestiti. L’assemblea di Cdp è stata rinviata al 24 luglio: è quindi molto probabile che si dovrà attendere anche per il completamento dell’ennesima spartizione Rai.
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