Vietato scoraggiarsi
E alla fine la luna bussò all’Agcom. Le proteste e le pressioni hanno, se non altro, sortito l’effetto di tenere impegnato molte ore il Consiglio che ieri aveva, tra i […]
E alla fine la luna bussò all’Agcom. Le proteste e le pressioni hanno, se non altro, sortito l’effetto di tenere impegnato molte ore il Consiglio che ieri aveva, tra i […]
E alla fine la luna bussò all’Agcom. Le proteste e le pressioni hanno, se non altro, sortito l’effetto di tenere impegnato molte ore il Consiglio che ieri aveva, tra i punti all’ordine del giorno, anche quello del referendum e della par condicio. Possiamo forse sperare che la discussione serva a far sì che almeno per la decisiva campagna referendaria sia ripristinata quella corretta informazione che, invece, non c’è sostanzialmente stata per tutta la durata della raccolta delle firme. E che è certamente tra le cause del mancato raggiungimento delle 500mila firme per il referendum sull’Italicum: le sottoscrizioni si sono fermate a 418.239 per il premio di maggioranza e 422.555 per i capilista bloccati. Un risultato comunque importante, ottenuto grazie all’impegno di decine di migliaia di cittadini, che hanno dato vita a 400 comitati locali e organizzato banchetti in tutta Italia. Non si possono però tacere gli ostacoli palesi e occulti frapposti alla raccolta delle firme. Ostacoli – come l’impossibilità di utilizzare la posta elettronica certificata o l’assenza di un adeguato servizio pubblico di autenticazione da parte dello Stato – che il governo si è ben guardato dal rimuovere.
Ma se il referendum (per ora) non si farà, la battaglia contro l’Italicum si è tutt’altro che fermata: i tribunali italiani in cui sono stati presentati i ricorsi stanno emettendo sentenze di rinvio alla Corte costituzionale. Il primo è stato il tribunale di Messina; nello stesso giorno in cui veniva annunciata la mancata raccolta delle firme è toccato a quello di Torino accogliere il ricorso sollevando la questione di legittimità costituzionale su 2 delle 13 eccezioni sollevate: liste bloccate e premio di maggioranza. Di qui al 4 ottobre (data nella quale la Consulta ha fissato l’udienza per decidere) potrebbero arrivare altre decisioni analoghe.
Dunque, vietato scoraggiarsi. Anzi, ora arriva l’impegno prioritario per la difesa della Costituzione e della democrazia. I 400 comitati fin qui sorti sono presenti in ogni parte del paese. Un patrimonio che va messo a frutto nella campagna per il referendum di ottobre, nella quale si devono spendere tutte le energie per arrivare ad un secco e forte No alle deformazioni della Costituzione, sapendo che un successo del No riaprirebbe anche il confronto sulla legge elettorale.
Prossime iniziative:
Treviso: oggi, ore 20,45, conferenza in piazza – Loggia dei cavalieri.
Marostica (Vi): lunedì 11, ore 20,45, dibattito con Andrea Vezzano (per il Sì) e Silvia Manderino (per il No) – ex chiesetta di San Marco.
Lainate (Mi): giovedì 14, ore 21, incontro con Luciano Belli Paci e Maria Agostina Cabiddu – Sala delle Capriate (Largo delle Scuderie).
Viggiano: domenica 10, ore 9,30-14, nell’ambito dell’assemblea nazionale No Triv dibattito con Enzo Di Salvatore, Enrico Gagliano, Roberta Radich – Albergo ostello Theotokos (piazza Papa Giovanni XXIII).
Prato: domani, dalle 17, dibattito e cena – circolo L. Risaliti (piazza Rodolfo Gelli 14).
Aprilia (Lt): martedì 12, ore 18,30, incontro con Domenico Gallo – Sala Manzù, biblioteca comunale (largo G. Marconi).
Napoli: domani, ore 18-20, dibattito con Massimo Villone, Tobia Raffaele Toscano, Ugo Grassi – Auditorium di Scampia (viale della Resistenza 31).
Bari: mercoledì 13, ore 18, dibattito con Alessandro Pace, Raffaele Rodio e Alessandro Torre – Facoltà di Giurisprudenza (Aula Aldo Moro).
Nuoro: giovedì 14, ore 17,30, incontro con Vincenzo Vita – ex mercato civico (piazza Mameli).
Sassari: venerdì 15, ore 17,30, incontro con Vincenzo Vita – Sala dei vigili urbani (V. Carlo Felice).
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