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Vicenza rimuove lo scandalo e festeggia il business dell’Expo

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Grandi opere Domenica la kermesse dell’Anci in salsa veneta. Nella citta di Maltauro la vetrina voluta da Variati. «Scippata» la mostra di Wu Ming

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 20 settembre 2014

Domenica di messa cantata per Expo 2015. Senza vergogna, tutti in processione: dall’inossidabile sindaco Achille Variati (pupillo di Rumor nella Dc e ora «renziano civico») fino al giovane capogruppo Giacomo Possamai e all’aspirante governatrice Alessandra Moretti. Il Pd a Vicenza è la punta di diamante dell’esposizione universale in salsa veneta, che conta su istituzioni e categorie economiche per «governare» le opportunità di business.

Si alza il sipario e c’è chi confida nella madonna di Monte Berico, perché alla facciata di cartapesta corrisponde la fogna scoperchiata dalle inchieste della Procura di Milano. È il «modello veneto» a senso unico con la consueta gestione del flusso di denaro. Ha funzionato a meraviglia con la mega-base americana al Dal Molin (appalti per le coop emiliane), con le aree d’oro e le speculazioni immobiliari (d’intesa con berluscones e leghisti), addirittura con la costruzione del nuovo Tribunale incapsulato in un’ansa del fiume. Così anche la domenica ecologica si ricicla nella «vetrina veneta» dell’Expo, in perfetta sintonia con il «ponte» teso dal Comitato di Venezia fra l’edizione di Shangai 2010 e Milano.

Tutti schierati nelle larghe intese grazie ai generosi finanziamenti in arrivo. Una manifestazione annunciata dal sindaco Achille Variati giusto alla vigilia dell’arresto di Enrico Maltauro, il costruttore erede dell’impresa già coinvolta nella serenissima Tangentopoli anni ’90. Vicenza per Expo viene rilanciata in grande stile, nonostante l’ormai ex amministratore delegato dell’azienda edile abbia confessato le tangenti nell’appalto da oltre 100 milioni per le «vie d’acqua». È la vicenda che ha inguaiato (turbativa d’asta e corruzione) Antonio Acerbo, dimessosi da commissario delegato di Expo 2015 ma sempre responsabile del Padiglione Italia. Maltauro e Acerbo si frequentano da decenni: non è stato difficile «gestire in tandem» la gara fino all’aggiudicazione avvenuta nell’estate 2013.

«Arresti, appalti truccati e tangenti riguardano da vicino la nostra città e i suoi imprenditori. Maltauro tra tutti: è il responsabile dello scempio di Borgo Berga e della cementificazione di Vicenza. L’impresa è stata commissariata due mesi fa proprio a causa di Expo 2015» sottolineano il centro sociale Bocciodromo e il Gas No Dal Molin che hanno promosso martedì 7 ottobre alle ore 21 di via Rossi 198 un’assemblea cittadina delle associazioni e dei movimenti.

Oltre allo scandalo rimosso, a Vicenza si gioca senza tanti scrupoli. Fino al trucco da prestigiatori dilettanti che trasforma ogni iniziativa nella magìa dell’Expo. Così domenica perfino l’inaugurazione della mostra «Wu Ming + TerraProject = 4» a palazzo Chiericati in piazza Matteotti si ritrova «marchiata» dal logo dei testimonial istituzionali. «È dall’anno scorso che il Centro di Cultura Fotografica lavora per portare a Vicenza la mostra e il reading di WM2+Frida X. Di sicuro, al momento dei primi contatti, non c’era traccia di Expo 2015 tra i promotori: solo una collaborazione tra il Comune, che finanzia, e un’associazione del territorio. Poi, con la candidatura di Vicenza a testimonial per il Veneto del progetto Anci per Expo, ecco che il 21 settembre è diventato «il culmine di una rassegna pensata in ottica di territorio per sensibilizzare il pubblico sulle aree tematiche dell’Expo». Ecco come stanno tirando su questo baraccone mangiasoldi pieno di fuffa. Anche cercando di cooptare le voci critiche, non solo con la lusinga del denaro, ma anche con un classico ricatto ideologico: ormai l’Evento si fa, perché non ci aiuti a renderlo migliore? A patto che la critica non riguardi l’opportunità dell’Evento stesso. Come per le Grandi Opere, l’opzione zero non è contemplata» replica il collettivo dal sito Internet, confermando il boicottaggio di Expo.

Uno scenario che si replica, puntuale, a Nord Est. Come in laguna, dove nemmeno il commissariamento del Comune ha fermato il Comitato Expo Venezia. Staff che parla da solo: Matteo Zoppas di Confindustria presidente delegato con Roberto Crosta della Camera di commercio segretario operativo affiancato dall’ex assessore Piero Rosasalva. In cantiere «Aquae 2015» ovvero fiere, esposizioni, attività e convegni in programma da maggio a ottobre al Vega-2 di Portomarghera. Si tratta di un’area di 40 mila metri quadri e 20 milioni di investimento nel “nuovo waterfront” gestito da Condotte Immobiliare Spa, colossale contractor delle infrastrutture: controllato da Ferfina, è presieduto da Isabella Bruno Tolomei Frigerio, moglie di Duccio Astaldi. Il gruppo compare nei cantieri del Mose, della Tav, della metropolitana di Roma e in altre operazioni di project financing. Per ora sullo sfondo resta la «sinergia» con le tre grandi Fiere del Veneto, mentre la holding ha già incorporato Inso che è coinvolta nel ginepraio del Centro protonico all’interno del nuovo ospedale di Mestre.

Insomma, dietro le quinte della propaganda Expo 2015 spunta il solito «giro». Il nuovo Orto Botanico di Padova è stato realizzato dall’impresa Carron, la stessa che compare nell’inchiesta Mose in relazione con l’ex assessore regionale Chisso e che sarebbe interessata alla «rigenerazione» dell’ospedale cittadino. A Verona, il Flavio Tosi scommette sul turismo collegato a Vinitaly e alle mostre d’arte per radicare la vocazione del lombardo-veneto in stile leghista. A Treviso, invece, si lavora al programma di «Oasi d’acque e di sapori». In prima fila il sindaco Pd Giovanni Manildo che si era votato alla strategia elettorale dello spin doctor Marco Marturano, ora responsabile della comunicazione Anci per l’Expo milanese. Conflitto d’interesse o sussidiarietà delle larghe intese?

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