Cultura

Via Tasso, Roberto Balzani succede a Antonio Parisella, dopo vent’anni

Via Tasso, Roberto Balzani succede a Antonio Parisella, dopo vent’anniLo storico Antonio Parisella

Il caso Museo storico della Liberazione di Roma. Dopo le polemiche per i ritardi, nominati il presidente e i nuovi vertici

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 10 gennaio 2024

Dopo l’allarme suscitato nei giorni scorsi dall’annuncio che il ministero della Cultura non aveva ancora provveduto a rinnovare i vertici del Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma, la notizia positiva è finalmente arrivata ieri.

Sotto «la personale responsabilità» del presidente uscente, lo storico Antonio Parisella, che ha guidato il Museo dal 2001 ed è stato all’origine delle mille iniziative che ne hanno rilanciato negli ultimi anni, specie verso le nuove generazioni, il ruolo, i locali di via Tasso erano rimasti comunque aperti malgrado i vertici precedenti fossero scaduti il 20 dicembre.

Annunciate dalle polemiche suscitate da questo ritardo, sono così arrivate le nuove nomine decise dal Ministro della Cultura. A guidare la principale istituzione museale dedicata alla storia della Resistenza, come dell’occupazione nazista della Capitale, sarà Roberto Balzani, ordinario di Storia all’Università di Bologna e già sindaco Pd di Forlì, nominato presidente.

Nel consiglio di amministrazione siederanno invece Giovanni Orsina, ordinario di Storia Contemporanea alla Luiss di Roma, l’avvocato Antonella Di Castro, vicepresidente e assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma, Ester Capuzzo, ordinario di Storia Contemporanea alla Sapienza, lo storico Giovanni Oliva, già preside del Liceo Massimo D’Azeglio di Torino e già assessore alla Cultura nella Giunta regionale del Piemonte presieduta da Mercedes Bresso dal 2005 al 2010.

«Attendo ora che il Comune di Roma provveda a comunicare il proprio componente», ha affermato il ministro Gennaro Sangiuliano che ha ringraziato il professor Antonio Parisella per l’impegno di molti anni, non senza replicare negativamente alle polemiche dei giorni scorsi, definite come «sorprendenti e strumentali, tenuto conto che in passato si è impiegato quasi un anno per procedere ad analoghe nomine senza che nessuno fiatasse».

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