Via le case e gli ospedali di comunità: per FdI basta il medico di base e il farmacista
La controriforma della Sanità territoriale Filippi (Fp Cgil): «Abbiamo contestato la riforma di Speranza per la mancanza di una visione di sistema che davvero potenziasse servizi multiprofessionali. Ora addirittura le proposte di Fratelli d'Italia sembrano una strategia per svuotare il Ssn da dentro e lasciare il campo libero alla privatizzazione»
La controriforma della Sanità territoriale Filippi (Fp Cgil): «Abbiamo contestato la riforma di Speranza per la mancanza di una visione di sistema che davvero potenziasse servizi multiprofessionali. Ora addirittura le proposte di Fratelli d'Italia sembrano una strategia per svuotare il Ssn da dentro e lasciare il campo libero alla privatizzazione»
«Meglio un politico che un tecnico per ricoprire la carica di ministro della Salute» parola di Marcello Gemmato, responsabile Sanità di Fratelli d’Italia. Nel programma della destra ci sono la creazione di un’autorità Garante della Salute e il rafforzamento della medicina predittiva «con un meccanismo di premialità nell’accesso al sistema sanitario per chi segue un regolare e concordato percorso di monitoraggio dello stato di salute». Ma non si spiega per quale motivo chi magari ha difficoltà ad accedere agli screening dovrebbe pure essere penalizzato in caso di malattia.
Gemmato ieri ha messo subito in chiaro: «La gestione della pandemia è stata ideologica piuttosto che improntata sull’ascolto della scienza». Un’affermazione un po’ ardita visti i monitoraggi settimanali curati dall’Iss con gli esperti del ministero. Ma poi il senso diventa più chiaro: «Ciò che serve – ha continuato – è un approccio veramente scientifico, con l’ascolto degli specialisti di riferimento più autorevoli». Servono gli esperti ma di riferimento perché quello che i meloniani vogliono è «superare il concetto di obbligo, sia per quanto riguarda i vaccini anti Covid sia per l’utilizzo delle mascherine e di altre misure. La soluzione è spiegare alle persone le cose come stanno perché adottino i comportamenti necessari con l’aiuto dei medici di base e farmacisti».
I medici di famiglia e i farmacisti sono la stella polare della dottrina illustrata da Gemmato, che ieri ha annunciato: «No alle case di comunità. Per offrire una concreta medicina di prossimità serve puntare sui medici di famiglia e i farmacisti dotati di strumenti diagnostici di base. Con la dotazione che nel Pnrr è prevista (7 miliardi) per la telemedicina, questi professionisti possono fare di studi e farmacie gli hub in cui fare analisi di prima istanza, ecografie, elettrocardiogrammi. Si potrebbe contare in questo modo su una sanità diffusa che può sopperire anche alla chiusura di tanti ospedali». Una posizione che sembra prefigurare il ritorno al passato, pre Servizio sanitario nazionale, quando l’italiano medio aveva come punto di riferimento il farmacista del paese. Forse una nostalgia spiegabile col fatto che Gemmato è egli stesso un farmacista.
Dalle sue parole viene fuori anche un altro punto nodale dei piani di FdI: mettere in discussione il Pnrr senza dirlo in modo esplicito. Proprio ieri la Commissione europea ha fatto sapere di essere pronta a dare il via libera alla seconda rata di finanziamenti per l’Italia da 21 miliardi del Recovery fund. La valutazione preliminare positiva include la riforma della sanità territoriale (Missione 6 con 15,63 miliardi stanziati).
Il piano disegnato dal ministro uscente Speranza prevede 1.350 nuove case di comunità e 400 ospedali di comunità. L’idea è creare un’assistenza sociosanitaria incardinata sui servizi: infermieri, medici, psicologi, sociologi, assistenti sociali, educatori per la presa in carico del paziente in ogni suo aspetto e necessità. Il difetto sta nel non aver individuato gli standard minimi obbligatori e nella mancanza di fondi per le assunzioni di personale, evidentemente per motivi di budget.
FdI mette in discussione la riforma. Nessuna struttura multidisciplinare in collegamento con il servizio sanitario e ospedaliero: «Rischiamo di non realizzare una vera medicina di prossimità – sentenzia Gemmato – escludendo i paesini, le aree disagiate. Per alcuni potrebbe significare farsi 20 minuti di auto per arrivare alla casa di comunità. Mentre il medico di base e il farmacista attrezzati garantiscono l’assistenza davvero prossima».
Andrea Filippi, segretario nazionale Fp Cgil Medici: «Abbiamo contestato la riforma di Speranza per la mancanza di una visione di sistema che davvero potenziasse servizi multiprofessionali. Ora addirittura le proposte di Gemmato insistono sulla frammentazione degli studi privati e delle farmacie. Come dire: siccome non è stato previsto il personale, e noi di FdI non vogliamo metterci le risorse, arrangiamoci. Sembra una strategia per svuotare il Ssn lasciando campo libero alla privatizzazione».
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