«Non si tratta di un taglio drastico, né di una sorta di rivolta ideologic[/ACM_2]a, lo scopo di questa manovra è garantire equità di trattamento a tutti gli studenti», così Francesco Cappelli, assessore all’istruzione del Comune di Milano, commenta la decisione di ridurre di 1,2 milioni di euro i contributi alle scuole materne private: 96 istituti sparsi per la città a cui nel 2013 risultano iscritti 7.335 bambini, il 23,4% del totale. Nelle comunali va invece il 70 % degli alunni milanesi.

La decisione non è piaciuta alla diocesi ambrosiana, che si è detta preoccupata per le difficoltà in cui potrebbero incorrere le famiglie all’inizio dell’anno scolastico. Hanno invece espresso soddisfazione varie associazioni studentesche e il presidente di Codacons, Marco Maria Donzelli, ha commentato: «La privata la pagano anche i genitori delle pubbliche, con le tasse».

Cappelli ci ha tenuto a precisare che si tratta di una partita ancora aperta: «La discussione sui tagli al bilancio è iniziata ad aprile e riguarderà la programmazione dell’anno 2013. Il mio assessorato doveva trovare 6 milioni di euro, abbiamo anche dialogato a lungo con le associazioni di genitori e la diocesi e continueremo a stanziare trecentomila euro per consentire alle scuole paritarie d’iniziare l’anno scolastico. Detto questo, la mia proposta va ancora discussa in Consiglio: nelle prossime settimane ci potrebbero essere modifiche ed emendamenti da concordare con il resto degli assessori, maggioranza e minoranza».

L’assessore ha poi insistito sulla necessità di «garantire un servizio trasparente e non distinguere chi va alle scuole pubbliche da quelli che frequntano le scuole private. Per esempio stiamo vagliando l’ipotesi di tariffe comuni per le mense di tutte le scuole del Comune, da differenziare a seconda delle fasce di reddito. Ma anche su questo la la discussione delle prossime settimane sarà decisiva».

La scelta dell’amministrazione meneghina sembra quindi più guidata dai conti che dalle posizioni politiche. Ma questo non frena gli entusiasmi di quanti continuano a battersi contro il finanziamento delle scuole paritarie, tra questi l’associazione Nonunodimeno, impegnata in una raccolta firme per l’abolizione dei buoni scuola istitutiti dalla regione Lombardia, una sorta di sussidio erogato alle famiglie degli studenti delle scuole private e finalizzato a coprire una quota delle spese scolastiche.Oggi l’80% dei fondi erogati dalla regione sono destinati ai buoni scuola.

Il Presidente Giansandro Barzaghi vede un’indiscutibile continuità tra tra la decisione del comune di Milano e il referendum che il 26 maggio ha visto a Bologna la vittoria dei contrari ai finanziamenti delle scuole paritarie. «Mi pare che questa decisione apra a scenari estremamente positivi. Nonostante i rimproveri della diocesi, la decisione di ridurre i finanziamenti per le scuole private raccoglie i frutti del referendum di Bologna.In quell’occasione il Comune non ha voluto ascoltare la voce dei cittadini, ma forse a Milano qualcuno sta facendo propria questa battaglia in favore della laicità e del rispetto della Costituzione. Secondo me non ha inciso soltanto una logica di bilancio, ma altri tipi di scelte politiche, che dovrebbero dettare la strada in tempi di crisi e di tagli continui al welfare».