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Via a Frontex Plus, ma senza salvataggi

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IMMIGRATI Varata a Bruxelles la nuova missione europea. Alfano canta vittoria, ma il progetto esiste solo sulla carta. Mancano ancora, infatti, mezzi e soldi

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 28 agosto 2014

Un anno dopo il suo inizio, ma soprattutto dopo aver salvato decine di migliaia di vite nel Mediterraneo, Mare nostrum potrebbe cedere il passo a una missione europea. Non subito e non completamente però. Al suo posto dovrebbe subentrare Frontex Plus, la nuova missione concordata ieri a Bruxelles tra il ministro degli Interni Angelino Alfano e la commissaria agli Affari interni Cecilia Malmstrom e i cui compiti riguarderanno soprattutto operazioni di pattugliamento delle frontiere e avvistamento delle imbarcazioni cariche di migranti, senza però che questo comporti il loro salvataggio – come avviene ora con Mare nostrum – a meno che non sia strettamente necessario. A prelevare i profughi, trasportandoli in Italia, saranno ancora le navi della nostra Marina militare allertate da quelle di Frontex. «Oggi abbiamo gettato le basi per la nuova operazione», ha detto Alfano al termine dell’incontro. «Ci siamo dati pochi giorni per mettere a punto l’esigenza di navi ed elicotteri e li chiederemo a Frontex e agli altri Stati membri», ha concluso il ministro.

Al di là dell’entusiasmo dimostrato da Alfano, in realtà per ora Frontex Plus è poco più di un annuncio. Di concreto, a quanto pare di capire, ci sarebbe infatti ben poco, e così resteranno le cose se nei prossimi giorni l’Italia non riuscirà a convincere gli altri Stati membri a partecipare alla nuova missione. Missione che, tanto per cominciare si basa su un dispositivo che non ricalcherà quello di Mare nostrum che – avviata dopo la strage di Lampedusa del 3 ottobre scorso – fino a oggi ha puntato soprattutto alla messa in sicurezza di uomini, donne e bambini in fuga dalle coste del nord Africa. Frontex Plus agirà diversamente, occupandosi soprattutto di pattugliare il Mediterraneo lanciando l’allarme per la presenza di barconi in arrivo. Un’operazione che permetterà all’Italia un cospicuo taglio dei costi, visto che proprio le operazioni di pattugliamento sono quelle che richiedono un maggiore impegno economico, ma che rischia di rallentare molto le operazioni di salvataggio dei migranti. E non è affatto detto che la cosa sia casuale, visto che Bruxelles ha sempre rimproverato all’Italia di aver incoraggiato le traversate del Mediterraneo proprio con Mare nostrum.

Per ora comunque, come detto, si tratta di un’operazione ancora tutta sulla carta. «Stiamo cercando di definire di quanto personale, navi, elicotteri ci sia bisogno. E’ prematuro dare cifre, nei prossimi giorni questo esercizio sarà più chiaro», ha spiegato il commissario Cecilia Malmstrom. Così come è ancora da definire anche quanti e quali Paesi accetteranno di partecipare e quanti soldi sono disposti a mettere. Sul primo punto, già nei prossimi giorni la Malmstrom prenderà contatto con i singoli governi per sondare le eventuali disponibilità. Nei giorni scorsi si era ventilata la partecipazione di Francia e Spagna, ma è ancora tutto da vedere. La portata della missione dipenderà «da quanti Paesi Ue vi aderiranno», ha sottolineato il commissario. E la stessa cosa sarà per i fondi, al punto che lo stesso Alfano ieri ha ammesso di aspettarsi che «tutti i Paesi contribuiscano visto che ci sarà bisogno di più soldi».

Nei progetti del Viminale Frontex Plus potrebbe partire entro il prossimo mese di novembre. Dalla commissione europea è arrivato il via libera anche per la distruzione, una volta svuotate del loro carico umane, delle carrette del mare impiegate dai trafficanti di uomini. «Abbiamo la prova che vengono riutilizzate dai mercanti di morte», ha spiegato Alfano. «La commissione europea ci darà una mano in questo perché attualmente non possiamo affondare i barconi in mare per rispetto delle normative internazionali in materia di ambiente e di protezione del mare».

Nulla da fare, invece, su un altro punto sul quale l’Italia ha molto insistito negli ultimi mesi, vale a dire la possibilità di distribuire i profughi tra gli Stati membri a prescindere dal luogo in cui sbarcano. Su questo l’Unione ha più volte detto di non voler fare nessun passo indietro. «Su 28 Stati membri, sono solo 10 quelli che accettano i profughi», ha detto la Malmstrom. Parole che lasciano intendere come, al di là dei proclami del ministro, la situazione non cambierà tanto presto. Malmstrom ha comunque ringraziato l’Italia per il lavoro prezioso svolto negli ultimi undici mesi. «I vostri uomini hanno salvato decine di migliaia di vite umane», ha detto il commissario.

Dubbi sull’efficacia di Frontex Plus sono stati espressi dal sindaco di Lampedusa. «Dall’Europa occorre ottenere un cambio di rotta – ha detto Giusi Nicolini -. Dobbiamo chiedere all’Europa di considerare il fenomeno migratorio come una grande emergenza umanitaria e non come un assalto armato alle frontiere europee, che richiede una risposta militare».

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