Lavoro

Vertenza lenta, Carinaro e None aspettano certezze

Vertenza lenta, Carinaro e None aspettano certezzeLa protesta dei lavoratori Indesit a Carinaro (Caserta)

Whirlpool L'azienda continua ad aprire al dialogo, ma non scopre le carte su come salvare i due siti italiani che voleva chiudere

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 maggio 2015

«Spiragli», «aperture». Alla quarta riunione del tavolo – con altre tre già previste – la vertenza Whirlpool va avanti a passi piccoli e lenti. L’azienda continua a dirsi pronta a dialogare, ma non mette le carte sul tavolo. Specie sui possibili spostamenti di produzioni che garantirebbero la sopravvivenza di Carinaro (Caserta) con i suoi 815 esuberi dichiarati e None (Torino), siti inizialmente destinati alla chiusura nel piano industriale della multinazionale americana che ha acquistato Indesit.

Ieri al ministero dello Sviluppo economico è andata in scena la prima «ristretta». Alla riunione con l’Ad di Whirpool Italia Davide Castiglioni questa volta hanno partecipato solo i segretari generali e nazionali di Fim, Fiom e Uilm – senza gli Rsu dei vari stabilimenti – con la padrona di casa Federica Guidi e il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. Di solito sono queste le riunioni in cui si fanno i passi avanti decisivi nelle vertenze. Ieri non è successo. Rimandando tutto a venerdì – quando si incontreranno solo azienda e segretari generali – e a mercoledì prossimo – quando è prevista una nuova ristretta al ministero. Ancora non fissata ma già assicurato invece una nuova plenaria con tutti gli Rsu per discutere più approfonditamente del destino di ogni sito italiano.

«Abbiamo fatto un passo avanti nel dialogo tra le parti dando disponibilità a ricercare progetti e attività che creino occupazione, con particolare riferimento alle regioni Campania e Piemonte», fa sapere in una nota Whirlpool. Lasciando ai prossimi incontri del 15 e del 20 maggio «l’ulteriore approfondimento». A precisa domanda della Fiom, l’azienda ha spiegato che la possibilità di spostare produzioni su Carinaro non sarebbe legata alla sola erogazione di 80 milioni in ricerca promessi dal presidente (uscente) della Regione Caldoro. Sul tema comunque ha fatto leva anche la sottosegretaria Bellanova (Pd) che alle elezioni appoggia De Luca.

Variegate le reazioni sindacali: la Fim è positiva, la Uilm preoccupata, la Fiom aspetta di valutare le novità. «Si è aperto un piccolo spiraglio che andrà confermato e consolidato nel prosieguo del negoziato – spiega il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli – . L’accordo Indesit prevedeva lo spostamento di piattaforme produttive a Carinaro, da lì bisogna partire», chiude Bentivogli.

«È stato un incontro deludente che non ha risolto nessuno dei problemi sul tappeto, men che meno quello di Carinaro», dichiara invece il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. «Non se ne è proprio parlato», attacca, nonostante «settimane di scioperi e mobilitazioni».

«La possibilità di altre attività, interne o esterne, per salvaguardare l’occupazione ed evitare le chiusure di Carinaro e None, e una nuova piattaforma che potrebbe rafforzare le produzioni in Campania vanno prese con cautela: l’azienda non ha ancora tradotto nulla di esse in proposte concrete», commenta Michela Spera, segretario nazionale Fiom, presente al tavolo assieme a Maurizio Landini.

«Faremo il possibile affinché quelle che oggi sono state delle lievi aperture diventino le basi per una discussione seria ed efficace orientata alla tutela di tutti i lavoratori», dichiara il segretario generale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera.

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