Commenti

Verso un’Europa solidale, le proposte della società civile

Appello Per promuovere un dibattito pubblico in vista delle elezioni europee più utile che parta da temi e contenuti per ridisegnare una Europa diversa che ritorni ai suoi valori fondanti, Concord […]

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 maggio 2014

Per promuovere un dibattito pubblico in vista delle elezioni europee più utile che parta da temi e contenuti per ridisegnare una Europa diversa che ritorni ai suoi valori fondanti, Concord Italia e il Forum Nazionale del «Terzo Settore», in rappresentanza delle maggiori organizzazioni della società civile impegnate nella cooperazione sociale, nella solidarietà, nello sviluppo hanno promosso l’appello «Verso un Europa solidale».

L’appello si rivolge ai candidati alle elezioni europee e chiede loro di impegnarsi aderendo alle proposte in esso contenute e se eletti di impegnarsi a realizzarle.

Rafforzare le dimensione sociale dell’Europa, ponendo il Welfare al cento delle politiche attive e valorizzando l’economia sociale e il Terzo settore quale attore di sviluppo.
Investendo nel settore sociale a favore dello sviluppo e della coesione, garantendo che nel Fondo Sciale 2014-2020, sia rispettata la priorità della riduzione della povertà investendo nelle imprese sociali.
Attuare di conseguenza misure di rafforzamento dei soggetti del Terzo settore, tenendo conto delle loro caratteristiche rispetto alle imprese profit e valorizzando le buone prassi, una volta tanto italiane, nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Promuovere norme a sostegno del diritto di tutti i cittadini a svolgere attività di volontariato, riconoscere ai giovani nelle competenze curriculari per le attività di volontariato, salvaguardare il sistema delle coprogettazione e coprogrammazione.

Combattere la povertà e la diseguaglianza a fronte di una situazione che oggi vede in Europa 120 milioni di a rischio di povertà relativa o assoluta. E’ urgente quindi assicurare la effettiva applicazione nella strategia Europa 20/20 delle clausole sociali previste nel Trattato di Lisbona.

Adottare la proposta Direttiva del Consiglio per l‘attuazione del principio di pari trattamento tra tutte le persone, superando l’attuale legislazione che copre solo la discriminazione in ambito lavorativo, estendendolo anche all’ area della protezione sociale: cure sanitarie,accesso ai beni e servizi disponibili, compresi alloggi e istruzione, adottando la proposta legislativa dell’ «European Accesibility Act».
Una particolare attenzione politica e legislativa richiede nella crisi riguarda il tema della disoccupazione giovanile. Sono il 23,5% i giovani Neet che non lavorano e non studiano, prefigurando una «generazione perduta» anche a livello continentale.

Il contrasto deve basarsi sulla attuazione immediata del Piano «Garanzia giovani», valorizzando e rifinanziando in Italia l’esperienza positiva del Servizio Civile Nazionale legandolo anche al potenziamento del Servizio Civile Europeo. Il Piano Garanzia Giovani deve essere accompagnato da azioni volte a fornire servizi di auto imprenditorialità giovanile nel settore dell’economia sociale, coniugato a percorsi di formazione incentrati sui mestieri che tutelino la valorizzazione dei beni collettivi.

Sostenere l’impegno dell’Europa per lo sviluppo e la lotta alla povertà nel mondo perché il nostro continente è il promo donatore del mondo e deve ritrovare il suo ruolo di leader globale la della cooperazione, applicando il principio fondamentale previsto dal Trattato di Lisbona della coerenza delle politiche per lo sviluppo, senza politiche coerenti sul commercio, la mobilità, il cibo e l’agricoltura l’impegno della cooperazione rischia di essere vanificato e senza efficacia. Chiediamo quindi che il Parlamento continui ad esercitare la propria funzione di impulso affinche la cooperazione europea rimanga saldamente ancorata alla priorità di combattere la povertà e la crescente diseguaglianza. Sia ripreso l’impegno più volte sottoscritto, magari rimodulandolo, dello 0,7% del PiL per la cooperazione internazionale , alla luce della prossima definizione nel 2015 della nuova agenda globale dello sviluppo sostenibile.

La riforma delle politiche sulla immigrazione è un banco di prova delle politiche e la vera sfida del futuro delle politiche di sviluppo europee. Il Mediterraneo non è la frontiere della minaccia ma deve trasformarsi in una area di opportunità per il rilancio di una nuova politica che crei un’area di integrazione e cooperazione superando l’emergenza, partendo dal superamento di essa. Per questo riteniamo necessario di rivedere il regolamento di Dublino, mettendo al primo posto il diritto delle persone al ricongiungimento con i familiari. La costruzione di corridoi umanitari, che consentano a tutti i richiedenti asilo di trovare protezione lungo tutto il percorso nell’ambito di programmi di protezione umanitaria a livello euro mediterraneo ed euro africano.

Sul piano dell’integrazione chiediamo la ratifica della Convenzione Internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie. Infine crediamo che una moderna idea di cooperazione globale basata sul co-viluppo, il contributo dei migranti per la società e l’economia in Europa e dei loro paesi di origine sia essenziale per promuovere lo sviluppo locale dei territori in cui le comunità e le istituzioni locali diano gambe ai processi di integrazione alle esperienze di economia sociale, alla cooperazione economica, ai processi di democratizzazione.

Per discutere di queste proposte incontreremo il 5 maggio a Roma alle 10, presso l’hotel Nazionale, molti dei candidati firmatari.

* portavoce di Concord Italia

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento