L’espressione artistica che più ha caratterizzato la Belle Epoque è stata quella grafica (cui è dedicata una intera sezione della mostra) sia applicata, ossia il manifesto e l’illustrazione libraria, sia nell’ambito della produzione più personale, che usciva dai torchi dei singoli artisti. Nel caso della produzione grafica originale, si trattava quasi sempre di opere ispirate ai grandi temi della letteratura decadente o storicista; nel caso, invece, della grafica editoriale si vennero a creare importanti binomi tra artista e letterato. Ne sono un esempio i rapporti tra De Carolis e D’Annunzio, oppure tra Francesco Nonni e Antonio Beltramelli.
Lo spazio storico che separa gli ultimi anni del XIX secolo dalla Prima guerra mondiale ha visto gli architetti di tutta Italia confrontarsi con i consumi di massa, e trasformare il proprio ruolo in quello di total designers, sulla scia dei secessionisti. Ma un particolare aspetto della stretta connessione tra arte, letteratura e decorazione è rintracciabile soprattutto nella realizzazione delle moderne case d’artista: scrittori, scultori, pittori cercarono di creare un perfetto connubio tra architettura, pittura, scultura e arti decorative, progettando e facendo costruire le loro abitazioni secondo un gusto che variava rispettando le diverse anime Liberty. In esposizione ci saranno progetti, disegni, bozzetti, quadri e oggetti di Ettore Ximenes, Duilio Cambellotti, Vittorio Grassi, Giuseppe Palanti, Paolo Sironi, Raimondo D’Aronco, Ernesto Basile.