Il più imperturbabile cronista del male incarnato dal lager sovietico, l’autore dei Racconti della Kolyma, nasce alle lettere russe come poeta, alla fine degli anni Venti, e questa vocazione, coltivata nelle condizioni più estreme, non può che rivelarsi salvifica per lui. Mentre si trova ai lavori forzati nelle miniere d’oro della Siberia nord-orientale, Varlam Shalamov annota con mezzi di fortuna frammenti di poesie che avranno molte varianti – tante quante saranno le occasioni di tornarci sopra con la memoria negli anni a venire. Ne esce ora una silloge, Quaderni della Kolyma Poesie (1937-1956), Giometti&Antonello, pp. 149, € 21,00), tradotta da...