Italia

Verona in nero: raduno di Casapound in tandem con il «family day» del Comune

Negli stessi giorni, il Festival antifascista, femminista e antirazzista «Le città InVisibili»

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 7 settembre 2019

«Siamo natura che resiste. Umanità contro la barbarie». Così recita lo striscione d’entrata al Festival che i movimenti antifascisti, femministi e antirazzisti insieme alle associazioni e ai gruppi locali che lavorano nel sociale hanno organizzato a Verona fino a domenica 8 settembre. Nelle stesse date, però, sempre a Verona, si sono mobilitate sia l’estrema destra che i cattolici integralisti: CasaPound terrà in provincia il proprio raduno nazionale e il comune ha co-organizzato in centro un evento per promuovere e difendere la famiglia «aperta alla vita» e «formata da un uomo e da una donna».

Forti delle mobilitazioni di fine marzo contro il Congresso Mondiale delle Famiglie organizzate da Non Una di Meno con il sostegno di alcune realtà locali, una ventina di movimenti hanno deciso ora di tornare ad occupare lo spazio pubblico con il festival Le Città InVisibili («D’una città non godi le 7 o 77 meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda», scriveva Calvino nel libro a cui il nome dell’evento si è ispirato). Si parlerà di diritti, femminismo, sciopero, migrazioni, lavoro, antispecismo, ambiente, scuola; ci saranno dibattiti, concerti, laboratori, spazi dedicati alla sottocultura e assemblee pubbliche per rilanciare un progetto politico collettivo che possa aprire nuovi spazi di libertà.

Dopo qualche giorno l’annuncio del Festival, CasaPound ha lanciato in quegli stessi giorni il proprio raduno nazionale a Verona: «Direzione Rivoluzione», si chiama. E mentre il Pd chiedeva che almeno non si svolgesse in un luogo pubblico, i movimenti che erano venuti a conoscenza della sede privata dell’evento si sono mobilitati con una campagna pubblica di boicottaggio, pratica che già in passato e in occasioni simili si era dimostrata efficace.

In effetti ha funzionato anche stavolta e durante la conferenza stampa di CasaPound che si è svolta giovedì si è parlato di «atteggiamento mafioso» da parte della sinistra antagonista. Ma con una precisazione: atteggiamento mafioso, sì, «ma senza voler insultare la mafia, che lavora in modo più serio». Alla fine, comunque, il raduno si terrà in una nuova sede, un agriturismo di provincia che si chiama Nido D’Aquila, come lo chalet-fortezza di Hitler e dei suoi gerarchi in Baviera, per restare in tema. E mentre i bambini giocheranno sui gonfiabili (come dichiarato in conferenza stampa) ascoltando una quindicina di gruppi nazi rock, saranno presenti Ignazio La Russa, Andrea Ostellari, Simone Pillon, i giornalisti Piero Sansonetti e Francesca Totolo, l’assessora regionale Elena Donazzan, e Stefano Bertacco, assessore ai servizi sociali, al lavoro e all’istruzione del comune di Verona che, ha precisato, parteciperà, però, solo in veste di senatore di Fratelli d’Italia.

La sponda offerta al raduno dall’amministrazione del sindaco Federico Sboarina e dalla regione a guida leghista è piuttosto evidente: oltre ad una partecipazione diretta di propri esponenti, qualche giorno fa il consigliere comunale Andrea Bacciga (finito sui giornali per aver salutato con il braccio teso le femministe di Non Una di Meno nell’aula del consiglio) ha depositato la richiesta che a Verona venga intitolata una via a Ezra Pound. Non è finita. L’assessore ai servizi sociali che sarà al raduno di CasaPound a parlare di sovranismo, ha co-organizzato con il patrocinio del Comune l’altro lato di quell’offensiva reazionaria che già da tempo ha mostrato la propria santa alleanza: un evento nel centro della città dedicato alle famiglie «per dire sì al matrimonio e alla nascita di una nuova vita». Tra gli eventi, messe e benedizioni.

Nel frattempo, per le strade della città si sono fatte più pesanti le intimidazioni nei confronti di chi lavora attivamente nei movimenti antifascisti. Da mesi, alcuni militanti ricevono minacce sul luogo di lavoro da esponenti locali di CasaPound. Intimidazioni che nelle ultime ore sono state rivolte all’intero festival e che sono state denunciate. Qualche giorno fa, per esempio, fuori dalla Festa in Rosso che si è svolta nel luogo in cui è iniziato il Festival è stato incendiato un motorino. Le indagini sono in corso, ma gli organizzatori fanno notare che «tutti gli atti finora subiti hanno sempre avuto la matrice politica della destra estrema e fascista locale».

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