«Non posso credere che abbia dato a Vera Miles il ruolo della sorella», «Be’, ce l’ho ancora sotto contratto, tanto vale farle fare qualcosa», «È un ruolo ingrato, non trova?», «Per una ragazza assolutamente ingrata».
È il 1959 e Alfred Hitchcock sta per iniziare le riprese di Psycho. Il dialogo riportato qui sopra è estratto da Hitchcock di Sacha Gervasi (2012) biopic imbastito sulla base di Come Hitchcock ha realizzato Psycho di Stephen Rebello (Il Castoro, 1999), saggio definitivo sull’intera operazione produttiva del film tratto dal romanzo di Robert Bloch. Nel cast, oltre a Janet Leigh, Anthony Perkins e John Gavin (ribattezzato «la salma» da Sir Alfred) si aggiunge Vera Miles che, come Ingrid Bergman, Grace Kelly e Tippi Hedren, ha goduto per qualche tempo del titolo di «favorita» del re brivido.

Vera però era, ed è tutt’ora a 90 anni, una figura sfuggente. Nata il 23 agosto 1929 a Boise City in Oklahoma, incoronata Miss Kansas nel 1948, inizia a frequentare i set cinematografici due anni dopo la vincita del titolo con piccoli ruoli trascurabili. Registrata all’anagrafe come Vera June Ralston, utilizzò fin da subito il cognome del primo marito, Bob Miles (cui seguiranno poi altri tre consorti), per non commettere fraintendimenti di omonimia con «l’altra» Vera Ralston, star della Republic.

A inizio anni 50 viene messa sotto contratto dalla Warner Bros. e da questo momento comincia a godere di discreta popolarità. Tra il 1955 e il 1956 prende parte, dopo Tarzan e la giungla proibita (in cui affianca Gordon Scott, suo secondo marito) a ben cinque produzioni in veste di coprotagonista: Wichita di Jacques Tourneur; Sentieri selvaggi di John Ford; 23 passi dal delitto di Henry Hathaway; Foglie d’autunno di Robert Aldrich; Il ladro di Alfred Hitchcock. E proprio sul set di quest’ultimo titolo deflagrò l’interesse morboso da parte del suo regista-protettore. Il primo contatto che avvenne tra i due fu attraverso la televisione: Vera era stata ingaggiata per un episodio di Pepsi-Cola Playhouse, Hitchcock rimase incantato da quella apparizione e volle scritturarla per Vendetta, puntata pilota della serie Alfred Hitchcock presenta. Miles possedeva una bellezza acuta, fine, garbata, tanto che molti la etichettarono come possibile sostituta di Grace Kelly (ormai volata verso Monaco) ma non rispecchiava la tipica ragazza tutta moine e carinerie. Brillante e sagace, venne soprannominata «la bionda con cervello» perché era (ed è) un’antidiva selvatica. Sapeva quello che voleva e, soprattutto, quello che non voleva. Italo Moscati nel libro Hitchcock. Il laboratorio dei brividi (Ediesse, 2009) riporta che Sir Alfred, oltre a inondarla di fiori e gioielli, le organizzò appositamente la produzione di Il ladro, diede perfino il nome Rose al suo personaggio, come le American Beauty che le inviava puntualmente in camerino. Vera non aveva però intenzione di cedere alle lusinghe del maestro e qualcun altro catturò la sua attenzione: Tarzan alias Gordon Scott. Hitchcock si impuntò nel credere ancora alla favola e creò l’ennesimo film attorno la figura della sua pupilla, La donna che visse due volte. Ma durante la pre-produzione, iniziata nel 1956 (sono reperibili alcune immagini in cui l’attrice prova gli abiti di scena), si incrinò il loro legame professionale. La costumista Rita Riggs racconta a Stephen Rebello: « Vera era una ragazza adorabile, era troppo intelligente per fare l’attrice e troppo indipendente per essere la bambolina di qualcuno». Il colpo di grazia arrivò con la terza gravidanza di lei, quando le riprese stavano ormai per partire e James Stewart accettò di incarnare il protagonista maschile. Venne scelta la bistrattata ma efficace Kim Novak come sostituta e Vera la prese con classe: «Hitchcock ha avuto il suo film. Io ho avuto un figlio», il resto è storia.

Da quel momento la carriera di Miles rallentò fino al biennio 1959-60 in cui, dopo le buone prove in Sono un agente FBI di Mervyn LeRoy e Jovanka e le altre di Martin Ritt, Hitchcock la richiamò per la parte di Lila Crane in Psycho. Fu in realtà una sottile vendetta attuata dal suo pigmalione: le affidò un ruolo poco sviluppato, costumi di scena di second’ordine, una parrucca dozzinale (giunse rasata sul set dopo le riprese del film di Ritt) e un compenso di 1750 dollari la settimana (contro i 25mila totali di Janet Leigh). Fu l’ultima esperienza effettiva che vide Miles e Hitchcock assieme (escludendo due episodi di L’ora di Hitchcock nel 1962 e 1965). Negli anni successivi Vera prosegue con la televisione (perlopiù come guest star in telefilm di successo: Ai confini della realtà, Bonanza, Il virginiano, Colombo, La signora in giallo) mentre al cinema sono troppo pochi i momenti in cui riesce a risplendere ancora: è Liz Saxon, moglie manesca e alcolizzata che si frappone tra il marito John Gavin e la fulva Susan Hayward in Il sentiero degli amanti (1961); John Ford la rivuole per interpretare l’analfabeta Hallie in L’uomo che uccise Liberty Valance (1962), dove ritrova John Wayne e James Stewart; prende parte ad alcune produzioni targate Disney come Tigre in agguato (1964) e I ragazzi di Camp Siddons (1966); William Castle la dirige nel poco entusiasmante Il fantasma ci sta (1967); affianca per la quarta e ultima volta John Wayne in Uomini d’amianto contro l’inferno (1968) – la terza è Berretti verdi in cui «The Duke» cura anche la regia, ma il personaggio di Vera viene tagliato in fase di montaggio. Tra il 1982 e il 1983 Richard Franklin realizza Psycho II: Anthony Perkins torna nei panni di Norman Bates e Vera in quelli della vendicativa Lila. Mentre nel 1985 John Landis la scrittura per Tutto in una notte nel ruolo di Joan Caper, l’odiosa moglie dell’ex ricchissimo amante di Michelle Pfeiffer. L’ultima apparizione in sala avviene nel dimenticato thriller di depalmiana memoria Vite separate (1995, di David Madden), con Linda Hamilton e James Belushi. Dopodiché Vera si ritira definitivamente dalle scene prendendo residenza a Palm Desert, in California, negando sia interviste sia apparizione pubbliche.

Nel 2012, a ridosso delle riprese di Hitchcock, Jessica Biel (che nel film interpreta Miles) le chiese un colloquio conoscitivo. La risposta di Vera fu perentoria e delegò il nipote, Jordan Essoe, nel darle indicazioni biografiche per preparare la parte.
Ora la ritroviamo a 90 anni e pare sia ancora la «furia» ardente di un tempo. D’altronde, non è facile immaginare qualcun’altra gridare di terrore davanti al corpo mummificato di Norma Bates.