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Venezuela, Maduro: pronti ad accogliere 20.000 migranti

Venezuela, Maduro: pronti ad accogliere 20.000 migrantiControlli contro il contrabbando per le strade del Venezuela

In Venezuela, il presidente Nicolas Maduro ha deciso di ampliare lo stato d’eccezione anche allo stato Zulia. Oltreché nel Tachira – situato più a sud – verrà dunque chiusa anche […]

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 9 settembre 2015

In Venezuela, il presidente Nicolas Maduro ha deciso di ampliare lo stato d’eccezione anche allo stato Zulia. Oltreché nel Tachira – situato più a sud – verrà dunque chiusa anche nel Zulia la frontiera con la Colombia. Maduro ha deciso di applicare lo stato d’emergenza – contemplato dalla costituzione – dopo l’attacco a una pattuglia di militari alla frontiera, il 21 agosto. Una decisione che ha provocato una levata di scudi da parte delle destre colombiane, capitanate dall’ex presidente Alvaro Uribe, grande amico dei paramilitari.

Il governo venezuelano – prima quello di Hugo Chavez e ora quello di Maduro – denuncia da anni l’intervento dei paramilitari nella politica venezuelana a fini destabilizzanti e i loro rapporti con l’opposizione golpista. L’anno scorso, è partita proprio dal Tachira la protesta violenta contro il governo, che è durata tre mesi e ha provocato 43 morti e oltre 800 feriti. Anche ora, 14 paramilitari sono stati arrestati durante le operazioni di controllo alla frontiera col Tachira.

«Continueremo finché non ci saremo liberati dai delitti criminali dei paramilitari contrabbandisti», ha detto Maduro in televisione. Si calcola che il 40% degli alimenti destinati allo stato Zulia finisca nel contrabbando oltrefrontiera con la Colombia. Nella cittadina di Cucuta, gli uffici di cambio per il traffico illegale di moneta sono sotto gli occhi di tutti.

In 15 anni di governo, il Venezuela ha dedicato gran parte della rendita petrolifera ai progetti sociali e gran parte degli alimenti è sussidiata: il contrabbando – di prodotti, soldi e benzina (il pieno di un fuoristrada in Venezuela costa meno di una bottiglia d’acqua) – è un business più redditizio di quello delle droghe. La soluzione suggerita dal neoliberista Santos, che finora ha rifiutato di chiudere gli uffici di cambio illegali e di prendere misure drastiche contro il contrabbando, è stata quella di «smettere di sussidiare gli alimenti». Nel frattempo la sua ministra degli Esteri, Maria Angela Holguin, si trova a Ginevra per incontrare i rappresentanti dell’Alto Commissariato per i diritti umani, dell’Organizzazione internazionale del lavoro e dell’Alto commissariato per i rifugiati.

I delegati dell’Acnur in Venezuela hanno però già accompagnato avvocati e organizzazioni per i diritti umani alla frontiera del Tachira e attraversato il corridoio umanitario subito disposto da Maduro. Il presidente venezuelano si è detto disponibile a incontrare Santos con la mediazione dell’Uruguay. E intanto la frontiera del Tachira è stata parzialmente aperta per lasciar passare studenti e lavoratori che si recano in Venezuela: dove vivono – a pieno diritto – quasi sei milioni di colombiani, fuggiti dalla miseria o dalla persecuzione politica, che usufruiscono dei piani sociali e dei servizi gratuiti erogati dal governo socialista.

In diverse occasioni, Maduro ha criticato i paesi capitalisti «che producono fame e guerra e poi respingono i migranti alle loro frontiere». E ieri, durante un consiglio dei ministri, ha annunciato la disponibilità ad accogliere 20.000 migranti siriani: «Voglio che 20.000 siriani, famiglie siriane, vengano in Venezuela e condividano questa terra in pace», ha detto ribadendo l’appoggio al suo omologo siriano Bashar Assad. Il presidente ha affermato di avere già chiesto al suo ministro degli Esteri, Delcy Rodriguez, «di riunirsi con la grande comunità siriana che risiede in Venezuela».

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