Sfilano in Canal Grande i regatanti con la maschera nera sul volto e la regata si ferma un minuto davanti alla “Machina” che ospita le Autorità: è la eloquente, ultima protesta dei vogatori delle Associazioni remiere, contro l’incuria, contro il moto ondoso che impedisce di andare a remi in Laguna.

Dopo 1600 anni di storia, un gondoliere con il megafono spiega al Sindaco che il traffico acqueo dei taxi a motore rende pericoloso e financo mortale il Bacino di San Marco, trasformato in un braccio di mare tempestoso.
Da che è storia il Canal Grande, nel giorno della Regata, la prima domenica di settembre, manda segnali alla Politica.

FINO A POCHI ANNI FA c’era anche un premio in natura: un porcellino vivo, che veniva fatto sfilare su una gondola nel corteo storico. Il suo passaggio costituiva un termometro dell’umore dei veneziani nei riguardi del governo cittadino: quando le cose andavano male, il passaggio del lattonzolo veniva accolto con fischi e urla di scherno «Viva il sindaco». Memorabile rimane la bordata di fischi che accolse alcuni membri del governo a preannunciare il declino della prima repubblica.

Anche quest’anno il Canale si è espresso e l’ombra nera si allunga, come un presagio.
Ma il guaio maggiore per il Sindaco e per il Governo nazionale non viene dal Canal Grande bensì dall’Unesco. L’ Assemblea Generale, riunita dal 10 settembre a Riyadh, può accogliere il parere tecnico dei suoi consulenti di iscrivere Venezia nella Black List dei Siti del Patrimonio Mondiale in Pericolo.

Al solo annuncio della possibile decisione, la notizia circa l’incapacità dell’Italia di gestire uno dei siti Unesco più famosi nel mondo, ha avuto una risonanza internazionale, incurante delle stizzite levate di scudi contro l’Unesco, che da Cacciari a Sgarbi, hanno riempito le cronache nostrane.

IL GIUDIZIO DELL’UNESCO non lascia scampo: «Non si rileva un livello significativo di progressi per affrontare le questioni persistenti e complesse legate in particolare al turismo di massa, ai progetti di sviluppo e ai cambiamenti climatici, che causano deterioramento e danni alle strutture edilizie e alle aree urbane, degradando l’identità culturale e sociale del patrimonio e minacciandone l’integrità culturale, ambientale e paesaggistica …Delibera…ai sensi dei paragrafi 177 e 179 delle Linee Guida Operative, di iscrivere Venezia e la sua Laguna (Italia) nella Lista del Patrimonio Mondiale in Pericolo e invita lo Stato parte a garantire la massima dedizione e sforzi congiunti a livello locale e nazionale e le parti interessate internazionali per affrontare questi problemi di lunga data in modo efficace e sostenibile».

Piuttosto che “Venezia Capitale mondiale della Sostenibilità” della omonima Fondazione privata, Venezia appare la capitale dell’insostenibilità, sopraffatta dall’over turismo, gravata da una irreversibile crisi demografica, sullo sfondo di una catastrofe ambientale.

Il prof. Andrea Rinaldo, presidente dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, insignito del Stockolm Water Price, non un ambientalista di Ultima Generazione, ha dichiarato che «il nuovo orizzonte è il fatto che l’Ipcc prevede da qui al 2100 un metro e mezzo in più di innalzamento medio del mare, uno scenario in cui nemmeno il Mose potrebbe servire a molto», e in una intervista alla Rai ha ribadito che «Venezia va ripensata. Vogliamo questo modello di sviluppo? Ci va bene questa monocultura turistica?».

IL TICKET DI INGRESSO per il turismo giornaliero deciso dal Sindaco è il debole tentativo di allontanare la decisione dell’Unesco. Chiede invece la iscrizione alla Black List, la Petizione dei Cittadini Veneziani rivolta alla Presidente Audrey Azoulay: «Venga a perdersi a Venezia per vedere di persona la reale situazione della città. Fate in modo che ci si possa ancora perdere a Venezia e soprattutto che qualche abitante possa ancora indicarvi la strada giusta. Perché il patrimonio più grande che vi chiediamo di salvare sono gli abitanti. Sono loro che consentono in tutti i sensi a Venezia di essere definita città».

* Osservatorio tecnico dell’Associazione Ambiente Venezia