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«Il Mose non serve, occorre ridurre la profondità dei canali»

«Il Mose non serve, occorre ridurre la profondità dei canali»

Intervista ad Andreina Zitelli, docente allo Iuav «La mareggiata ha dimostrato che la laguna non è fatta per le profondità necessarie per le Grandi navi. Occorre ripristinare l’equilibrio morfologico dell’ambiente»

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 17 novembre 2019

E intanto che aspettiamo il Mose, che facciamo? Se lo è chiesto Andreina Zitelli, già docente di analisi e valutazione ambientale allo Iuav, nonché una delle maggior conoscitrici del Mose, considerando che faceva parte della commissione Via che ha valutato, e bocciato, il progetto. Già. Sono in pochi a ricordarselo, ma l’unica valutazione di impatto ambientale che ha ottenuto il Mose è stata negativa. C’è voluta tutta la spinta dell’allora governo Berlusconi per imporlo a Venezia, sull’onda di quella Legge Obiettivo che ha sdoganato la politica delle Grandi Opere come la Tav.

«Ci dicono che il Mose sarà completato nei prossimi due anni», spiega Zitelli. «Anche ammesso che sia vero, cosa dovremmo fare noi veneziani in questi due anni in cui, con l’avanzare dei cambiamenti climatici, gli eventi meteorologici estremi saranno sempre più frequenti? Dovremmo affidarci alla Madonna della Salute come all’epoca della grande pestilenza? Bisogna prendere atto che la città sta vivendo un momento di radicali mutamenti. Che ci piaccia o no, tutta la sua economia sarà sconvolta. Non è possibile pensare di tenere aperto un esercizio che viene invaso da maree di così grande portata. Anche se il Mose fosse entrato in funzione, nella notte di lunedì, avrebbe abbassato il livello dell’acqua di appena 20 centimetri al massimo, perché le paratoie non sono state pensate per acque alte di questa intensità. Le calli sarebbero stata ugualmente invase. Ma non possiamo rassegnarci ad abbandonare la nostra città. Soluzioni ce ne sono e vanno messe in atto. E la prima, la più urgente, è quella di alzare il livello del canale della bocca di porto per limitare il flusso della marea. Un po’ come si è fatto durante la guerra, quando per difendere la laguna sono state affondate delle navi tra le dighe. Ed infatti in quel periodo non ci sono state acqua alte».

Che ne dice di affondare una Grande Nave sopra il Mose?
(ride) No, perché una Grande Nave è alta sessanta metri e chiuderebbe completamente la laguna. Ma a parte gli scherzi, ci sono speciali strutture autoaffondanti testate in molte situazioni analoghe che costano poco e che sono di immediata installazione. Per far passare le navi, il canale è stato scavato da 7 a meno 12 metri. E’ stato un errore. Adesso è necessario ridurre la sua profondità.

Ma così le Grandi Navi non potranno entrare più in laguna
Cosa le ho appena spiegato? Volenti o non volenti, l’economia della città sarà stravolta. Se non lo faremo noi, lo farà l’aumento delle maree e dei fenomeni meteorologici estremi. Noi possiamo solo decidere come governare questi mutamenti. La mareggiata ha dimostrato che la laguna non è fatta per le profondità necessarie alle Grandi Navi. Al contrario, bisogna ripristinare l’equilibrio morfologico dell’ambiente lagunare e mettere in atto tutte quelle misure, a breve e lungo termine, atte a contenere le maree che saranno sempre più alte e più frequenti. Le soluzioni sono tante. Dall’innalzamento delle isole, come è stato fatto per Poveglia, sino alla ridistribuzione nelle barene dei fanghi della cassa di colmata A. In conclusione, la laguna deve tornare ad essere ancora più laguna. Nemmeno un granello deve essere ancora scavato.

Che ne pensa allora della nomina a commissario per l’emergenza del sindaco Luigi Brugnaro, che propone di scavare il Vittorio Emanuele per portare le Grandi navi Marghera?
Ricordiamoci chi è Brugnaro. Il personaggio che ha messo la coppa vinta dalla sua squadra di basket nel suo scranno in aula di consiglio mentre si votava per costruire il nuovo palazzetto dello sport nei suoi terreni. E’ il sindaco che ha consentito lo sviluppo incondizionato dei B&B. E’ l’uomo che ha dato l’autorizzazione alla realizzazione di un fronte di hotel low cost a Mestre, che non ha mai fatto nulla contro, anzi ha favorito, l’invasione del turismo giornaliero. E’ il sindaco che non ha mai fatto niente per contrastare il moto ondoso e che, al contrario, concede tutto alle grandi lance di trasporto dei turisti. Ritengo scandaloso che sia stato nominato commissario all’emergenza per l’acqua alta proprio la persona che vorrebbe devastare ancora la laguna per portare le Grandi Navi a Marghera, scavando altri canali e costruendo, tra l’altro, altre banchine d’ormeggio su terreni inquinati di proprietà privata.

E della neo commissaria Elisabetta Spitz che ne pensa?
Nulla da eccepire sulle sue qualità morali. Ma ricordiamoci che è stata consulente del Consorzio Venezia Nuova (Il concessionario unico del Mose, ndr) ai tempi del presidente Giovanni Mazzacurati. Non credo neppure che la Spitz abbia grandi competenze in elettromeccanica. A questo punto dei lavori, sarebbe stato preferibile un tecnico. I famosi test sulla tenuta delle paratie sono condotti sotto una omertà assoluta. Si sa solo che ci sono dei problemi e che, per ora, non funziona nulla. Ci dicono solo che l’opera è completa al 92 per cento. Ma che vuol dire se non si riuscirà a realizzare quell’8 per cento che manca?

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