Cultura

Venerdì dell’arte a Lodi, l’archeologia non è un business

Venerdì dell’arte a Lodi, l’archeologia non è un businessSito archeologico di Palmira (teatro), Siria

Festival Da domani all'8 novembre, una serie di incontri con scrittori, critici, studiosi e intellettuali su temi che indagano l'arte e il nostro patrimonio. Domani, appuntamento con Valentina Porcheddu: dal Partenone a Palmira passando per il Bardo di Tunisi fino a Pompei

Pubblicato 4 minuti faEdizione del 3 ottobre 2024

Dopo l’esperimento di primavera, tornano I Venerdì dell’arte a Lodi da domani all’8 novembre  con una serie di incontri con scrittori, critici, studiosi e intellettuali su temi che indagano l’arte contemporanea in ogni suo aspetto. Questo secondo ciclo esplora a tutto tondo e con prospettive inedite: l’architettura di Rem Koolhaas e guida è il libro einaudiano di Marco Biraghi; la militanza attiva di Carla Lonzi attraverso l’indagine filosofica e editoriale di Annarosa Buttarelli; il mondo dell’archeologia di fronte alle sfide del XXI secolo e l’incompresa ovvietà, in tempi di intensa e allo stesso tempo deflagrata globalizzazione, di poter restare “stranieri ovunque” con una serie di performance in presenza e in video alla Galleria Spazio 21.

Questo venerdì 4 ottobre, alle ore 17.30, a aprire gli incontri, per giunta in trasferta, a Lodi Vecchio nel Museo Laus Pompeia che raccoglie le vestigia dei primi insediamenti umani nel Lodigiano e prossimo a inaugurare dopo
trent’anni un proprio parco archeologico,  ci sarà Valentina Porcheddu con il suo fortunato libro Notizie dal passato. Cronache archeologiche del XXI secolo, edito sul finire dello scorso anno da Mimesis. Di formazione archeologa, l’autrice è nota firma del manifesto: con i suoi articoli, molti antologizzati nel libro, ha costruito nel corso di circa dieci anni una sorta di rete di conoscenze e protezione verso ciò che la sua disciplina sta proponendo e innovando e non solo nel campo degli studi specialistici; sebbene la denuncia di molte storture soprattutto tese al sensazionalismo di scoperte che poi spesso non lo sono fa credere altro. D’altronde, non si può girar la testa quando siti d’importanza mondiale come Pompei vengono appaltati da popstar o dallo showbiz in generale come è accaduto di recente. Di certo, il far cassa in tempi non proprio economicamente floridi fa balenare nella mente di alcuni idee non proprio geniali, anche se in apparenza furbe e che non tengono conto della salvaguardia dei luoghi. Questo è uno dei tanti temi che il libro coglie come bersaglio. E allargando la lettura è interessante trovare molto di ciò che è scritto in questi “pezzi” nelle riflessioni contenute nel volume, da poco uscito per Il Sole 24ore, ”Un patto per il futuro. Dalla sopravvivenza alla convivenza” di un costituzionalista del valore di Giovanni Maria Flick. Ma, non va dimenticato che a essere presi in esame sono casi anche internazionali come quello riguardante i marmi del Partenone e la richiesta di restituzione o lo stato di musei come il Bardo tunisino che fu oggetto di un attentato terroristico, ancora la distruzione di Palmira. Insomma, la lucidità con cui Valentina Porcheddu osserva fenomeni di casa e fuori non ammette sconti; la vis polemica è atto politico, militante e civile; la scrittura è “corsara” e non fine a sé stessa. Pertanto, c’è solo da aggiungere che quando il passato è attraversato con le lenti del contemporaneo non è più lingua morta, ma tangibile eco di civiltà e conoscenza.

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