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«Veleni e favori» a Palazzo di Giustizia, indagato Luca Palamara

«Veleni e favori» a Palazzo di Giustizia, indagato Luca PalamaraLuca Palamara – LaPresse

Magistratura Mentre imperversa la guerra per la successione a Pignatore, l’ex presidente dell’Anm sospettato di corruzione

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 30 maggio 2019

Inchieste ed esposti squassano il palazzo di Giustizia di Roma, avvelenando l’iter per la nomina del nuovo capo della procura capitolina dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone.

La Prima commissione del Csm aprirà un fascicolo a carico del pm di Roma Luca Palamara, in seguito all’inchiesta a suo carico da parte della procura di Perugia, competente sui magistrati romani. Ex presidente dell’Anm, Palamara non è in corsa per la successione a Pignatone ma per un posto da procuratore aggiunto. Esponente influente della corrente Unicost, è sospettato di corruzione per i suoi rapporti con Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone, arrestato a febbraio 2018 per frode fiscale. In affari con Piero Amara (l’avvocato al centro dell’inchiesta sull’Eni che ha patteggiato una condanna a 3 anni per sentenze pilotate al Consiglio di Stato), Centofanti avrebbe consolidato i suoi rapporti con il magistrato attraverso viaggi, regali e omaggi. Palamara si è difeso in una nota: «Sto facendo chiedere alla procura di Perugia di essere immediatamente interrogato per chiarire ogni questione».

Amara riemerge anche nello scontro per la nomina a capo della procura di Roma. Il favorito è Marcello Viola, procuratore generale a Firenze, che in commissione al Csm ha ottenuto 4 preferenze: quelle dei laici di M5s e Lega, dei togati di Autonomia & Indipendenza e di Magistratura Indipendente. Solo un voto a testa, invece, per Franco Lo Voi (capo della procura di Palermo) e per Giuseppe Creazzo (capo dei pm di Firenze). Su di loro dovrà poi esprimersi il plenum. Dei tre candidati, Viola è quello più distante da Pignatone e dal pool di magistrati che si sono riconosciuti nel suo lavoro. Gli altri due candidati sono considerati, invece, in continuità con la direzione uscente.

Il sostituto Stefano Rocco Fava ha inviato un esposto al Csm per segnalare il presunto conflitto di interessi di Pignatone e dell’aggiunto Paolo Ielo proprio nell’inchiesta Amara, a causa dell’attività professionale dei fratelli dei due magistrati: Roberto Pignatone ha ottenuto nel 2014 un incarico da Amara, mentre Domenico Ielo ha fatto il consulente per l’Eni.

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