Punti interrogativi come ancore cui aggrapparsi tenacemente, contro la deriva del mantra “andrà tutto bene”. Avevano tinteggiato di giallo, con variabile densità, la nera mappa peninsulare apparsa un mese fa sul sito dell’evento e ripresa dalle homepage degli oltre 130 locali partecipanti. Sabato sera, a un anno esatto dalla chiusura, quei punti interrogativi ne hanno invaso le scene rivelandone l’attuale condizione a noi che possiamo solo sbirciare da porte socchiuse: spazi deserti il cui silenzio è interrotto solo dall’eloquente bruitage di cavi scollegati, strumenti riposti, palchi smontati. E quindi no, non c’è stato nessun concerto. Non poteva esserci, non adesso,...