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Vanoni: «Un artista quando si ferma muore»

Vanoni: «Un artista quando si ferma muore»Ornella Vanoni sul palco di Sanremo 68 – foto La Presse

Sanremo 68 L'interprete milanese in gara con Bungaro e Pacifico con il brano «Imparare ad amarsi». «Il testo è straordinario ed è pennellato su di me, io sono quella gabbia di ossa. Con il passare degli anni il cuore, si libera perché ti liberi dall’ego. Diventi più generoso, più buono, più simpatico anche»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 8 febbraio 2018

Ornella Vanoni: diva assoluta. Ragioniamo quindi sulla parola diva e sul suo significato, alquanto abusato. Intanto, te lo devi poter permettere di essere una diva. E quindi devi aver interferito nei sogni della gente, non parliamo solo di uomini, devi aver ispirato in qualche modo l’immaginario. Devi essere stata qualcosa. Non vuol dire per forza che devi essere agée ma qualcosa devi aver fatto, possono bastare cinque minuti di una carriera per renderti indimenticabile, unica, irripetibile. Ma ci devono essere stati. Essere diva significa riuscire a incarnare il mito e presuppone un’identità vera e potente, la questione è sottile e significativa. Dall’essere all’atteggiarsi. Fare la diva non è roba da saltare gli appuntamenti o tirarsela con i giornalisti o pretendere fiori e frutta in camerino. Fare la diva vuol dire comportarsi come tale: eleganza, bravura, umiltà, capacità e desiderio di interagire con tutti. Gioia nel darsi, nell’esprimere il proprio talento. E responsabilità, la consapevolezza di riconoscere che quello che stai dando sul palco, qualunque palco, figuriamoci quello di Sanremo, ha un peso e una risonanza sugli altri.

Ornella Vanoni porta tutto il suo peso specifico al festival della canzone italiana. Con Imparare ad amarsi porta una canzone bella e profonda, un progetto fortemente voluto da Claudio Baglioni che vede la parte autoriale al centro, come sottolinea lo stesso Lavezzi in conferenza stampa:«Ornella in primis era entusiasta all’idea di salire sul palco con tutti e quattro gli autori del pezzo con cui per altro aveva già collaborato in precedenza» oltre a Tony Bungaro e Gino Pacifico anche Cesare Chiodo e Antonio Fresa. Vanoni è brillantissima «come diceva Paperino: Eva ci ha sputtanato ma Steve Jobs ci ha rincoglionito!». Ieri sera non sapeva di essere emozionata «non lo volevo…invece di fronte al microfono mi sono accorta di esserlo molto. Perché sono in gara? Mi sono chiesta. Forse è per questo che l’attacco è stato meno incisivo che in prova, me ne assumo la responsabilità».

Si è buttata coraggiosamente in un’impresa faticosa e nevrotica come il festival per il grande amore che ha per la musica e le belle canzoni «il testo è straordinario ed è pennellato su di me, io sono quella gabbia di ossa. Con il passare degli anni il cuore, che è l’unica cosa veramente importante, si libera perché ti liberi dall’ego. Diventi più generoso, più buono, più simpatico anche». È una canzone sull’importanza dell’amore «il tempo mi ha insegnato ad amare davvero. Vedo sempre meno coppie stare insieme a lungo. Si separano tutti perché l’attrazione non è più quella degli inizi. I sentimenti veri sono altri. Il ’68 ha rappresentato la liberazione della parola e da quando le donne hanno iniziato a parlare sono cominciati i problemi con gli uomini. Bisogna imparare a perdonarsi, altrimenti ti trascini dietro rancore e amarezza. Io li ho perdonati tutti. Tranne uno. Non dirò mai chi».

Parla di Milva, cui vorrebbe consegnare il premio alla cartella; parla di Baglioni e di come sia dispiaciuta di tutti gli attacchi cui è stato sottoposto nelle ultime ore. Parla di Stash «ha una faccia pazzesca, sembra mio nipote lo strapazzerei ma non riesco mai a capire cosa canta. Lo speech è importante, le parole sono importanti. Certamente l’aver fatto teatro mi ha sempre aiutato nel far comprendere le mie canzoni anche con la gestualità. Una come Fiorella Mannoia ci riesce altrettanto bene e non ha mai studiato teatro».

Dice anche che «voto la Bonino! Non me ne frega niente della politica, della destra o della sinistra. Mi interessa che dai radicali arrivano l’aborto, il divorzio e il testamento biologico. Punto». I suoi autori l’adorano «ero emozionato e onorato – dice Pacifico – in generale nella composizione del pezzo, fatto medianicamente al telefono con Ornella, c’era la sensazione di poter dire che la felicità esiste. Sembra retorica. Non lo è».

Per Bungaro «Ornella è una persona libera, imprevedibile, sempre contro corrente. Rende tutto molto elettrico e interessante. Appena mi è stato proposto di condividere la canzone con lei ne sono stato subito entusiasta». È pronta a tornare sul palco. Dopo essere stata ferma un anno «nella vita ho lavorato tanto, ho lavorato sempre» subito dopo Sanremo ha già cinque date «amo il palco e amo il pubblico. Soffrirei se non potessi più cantare. Un artista, quando si ferma, muore».

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