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Vannacci indagato per truffa. «Vogliono farlo fuori»

Vannacci indagato per  truffa. «Vogliono farlo fuori»Roberto Vannacci – Aleandro Biagianti

Destra Il generale e pamphlettista in mimetica è ancora in lizza per correre alle europee con la Lega. «La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta» dicono i salviniani

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 25 febbraio 2024

Il registro è sempre quello, seguendo un vecchio schema retorico del pensiero reazionario: il vittimismo. Roberto Vannacci lo ha adoperato quando, autonominandosi portavoce del maschio bianco medio e dunque custode della «normalità» ha denunciato il «mondo al contrario» e l’assedio delle minoranze etniche, culturali e di genere alla tranquilla esistenza delle persone comuni. Ha continuato a fare la vittima quando ha cominciato ad avere successo. E nonostante gli venissero riservati spazi mediatici di tutto riguardo e potesse accumulare le lustrine della carriera militare, adombrava il fatto che non godesse del pieno di diritto di espressione. A causa, inutile specificarlo, della fantomatica «censura del politicamente corretto».

Adesso, il generale che pare lanciato verso la candidatura alle prossime elezioni europee (Matteo Salvini non fa più mistero di volerlo in lista) ha un ulteriore argomento per rinverdire l’antica tradizione del piagnisteo d’estrema destra: risulterebbe indagato per peculato e truffa.

L’inchiesta della procura militare, rivelata dal Corriere della sera, si concentra sui quindici mesi tra febbraio 2021 e maggio 2022, in cui l’ufficiale era in missione a Mosca come addetto militare. I magistrati hanno aperto l’inchiesta dopo la trasmissione degli atti da parte della Difesa che, al termine dell’ispezione ministeriale, contesterebbe a Vannacci di aver percepito illecitamente indennità di servizio per i familiari, di aver messo in nota spese benefit non autorizzati legati all’auto di servizio, di aver chiesto rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà sarebbero avvenuti. Gli atti sarebbero stati trasmessi, oltre che ai pm del tribunale militare, anche alla magistratura ordinaria e a quella contabile, dal momento che l’informativa finale evidenzia «criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborsi depositate» che, a parere degli ispettori «devono essere valutate dall’autorità giudiziaria».

«Sono rimasto malissimo – fa sapere il generale – Sono demoralizzato, sfiduciato e preoccupato. Quando un uomo delle istituzioni viene accusato di averle tradite è la peggiore offesa che si possa fare». Dalla Lega, però, non demordono: parlano di «indagine a orologeria» ed esprimono «stima immutata» nei confronti del pamphlettista in mimetica. A questo punto partono le dietrologie. «Vannacci è un uomo amato dai cittadini e scomodo al palazzo – commentano i salviniani – Visto che non riescono a intimidirlo in altro modo ci provano con inchieste e minacce. La nostra stima nei suoi confronti non cambia, anzi aumenta». L’ex maresciallo Domenico Leggiero, amico di Vannacci e suo confidente anche nelle ultime ore, si spinge oltre: «Mi ha detto che si aspettava questa operazione contro di lui – afferma – Nella Lega, dopo le europee, puntano a far fuori Salvini, che cercava Vannacci per recuperare consenso, e in Fratelli d’Italia non lo vogliono dopo le polemiche con il ministro Crosetto».

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