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Vanina e le altre, tra identità e memoria

Vanina e le altre, tra identità e memoriaIl volto di Lauren Bacall dalla locandina del film The Big Sleep diretto nel 1946 da Howard Hawks e interpretato anche da da Humphrey Bogart

Percorsi Un itinerario tra le figure di genere del noir italiano dell'ultima stagione, tra indagini nella Storia del Paese e rimandi al thriller

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 10 luglio 2021

Giovanna Guarrasi, detta Vanina è vicequestore aggiunto a Catania e si muove, nel contesto iperprotettivo della squadra che vigila sulla sua incolumità dopo che le è piovuta addosso una minaccia di stampo mafioso, tra crimini ordinari ma non per questo meno terribili e l’ombra onnipresente della criminalità organizzata. Così, dopo che un noto insegnante di sinistra, cresciuto in una delle famiglie più ricche della città è stato ritrovato morto in un locale del centro, dovrà misurare i suoi passi per capire a quali di queste due categorie può essere ascritto l’omicidio.

Blu Rocchini è la titolare della Piccola Farmacia Letteraria di Firenze, dove i libri servono a curare malinconia e paure, ma questa volta dovrà utilizzare quanto appreso tra gli scaffali ricolmi di volumi per risolvere il caso dell’omicidio dell’ultima fiamma di una sua carissima amica, rinvenuto con un coltello conficcato nel fianco destro. A tormentare

Gillian Moore, una ventiduenne italoinglese sono i fantasmi del suo stesso passato familiare: il suicidio della madre e la distanza che ha costruito con il padre che dopo la tragedia l’ha costretta a trasferirsi da Londra all’Italia rendendo ancora più insanabile quella ferita e ancora più arduo il suo processo di possibile guarigione. Eppure toccherà proprio a lei improvvisarsi detective per cercare di ritrovare il padre rapito nella capitale londinese da una figura misteriosa.

È CON LA MEMORIA rimossa del Paese che fanno invece i conti il vicequestore Gigli e il maresciallo Russo che nel 1940 a Venezia si trovano ad indagare sul brutale omicidio di Ida Forti, una stimata professoressa di lettere antiche uccisa con un colpo alla testa, inferto con una statuetta del Duce, all’interno della biblioteca allestita dalla Comunità ebraica della città in cui si riuniscono alunni e professori esclusi dalle scuole dopo che il regime ha varato le Leggi razziali.

Solo una manciata di anni prima, nel 1935, incontriamo Anita che lavora come dattilografa nella redazione della rivista dedicata al «giallo» Saturnalia. Mentre nell’Italia fascista film e romanzi noir che arrivano d’oltre oceano sono almeno ufficialmente vietati, a lei è consentito di nutrirsi di storie di gangster e sparatorie. Il numero della rivista che si sta chiudendo le interessa ancora di più perché questa volta le protagoniste delle storie pubblicate sono tutte «donne detective belle e affascinanti e soprattutto brave quanto i colleghi maschi». Anita vive però immersa in un mondo di maschi dove quelle figure sembrano appartenere solo ai sogni. Eppure, quando Gioia, una ragazza madre che viene trovata uccisa vicino alla villa dei genitori affidatari di suo figlio, sarà proprio lei a cercare di fare luce su quanto è effettivamente avvenuto.

Anche solo attingendo ad alcune delle novità pubblicate negli ultimi mesi ci si può rendere conto del peso che autrici e figure femminili hanno ormai assunto saldamente nel panorama della letteratura di ispirazione poliziesca italiana. Pur dagli esiti e dalla consistenza spesso ben diversa, questi titoli indicano una tendenza e l’esistenza di un circuito che si è andato progressivamente affermando anche nel nostro Paese sulla scorta di quanto già accaduto negli Stati Uniti e nel resto d’Europa.

SE VANINA GUARRASI, alla sua terza indagine con L’uomo del porto (Einaudi, pp. 320, euro 18, 50), è ormai un personaggio affermato che Cristina Cassar Scalia non teme di alternare con altre sortite nel genere, è dello scorso anno Tre passi per un delitto (Einaudi) firmato dalla scrittrice catanese (d’adozione) accanto a De Giovanni e De Cataldo, Blu Rocchni è alla sua seconda prova con Piccola libreria con delitto (Mondadori, pp. 322, euro 19) che Elena Molini, effettivamente alla guida della fiorentina Piccola farmacia letteraria ha deciso questa volta di tingere di giallo.

Con London blood (Sem, pp. 430, euro 18) e la catena di delitti che racconta tra l’Italia e la capitale britannica, Giulia Nebbia debutta invece nel genere affermando una certa predilezione per le atmosfere del thriller anglosassone.

Già docente a Ca’ Foscari e studiosa della Shoah, Anna Vera Sullam costruisce una raffinata e inedita trama noir nel contesto dell’Italia delle Leggi razziali con Il sesto comandamento (Sem, pp. 280, euro 16), mentre Alice Basso ne Il grido della rosa (Garzanti, pp. 302, euro 16, 90) prosegue il percorso iniziato con Il morso della vipera (Garzanti) attraverso gli anni Trenta, osservati dagli occhi di una giovane donna.

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