Meritare e punire. È l’idea del neo-ministro dell’Istruzione (e «del merito») Giuseppe Valditara che ieri ha scritto su Twitter di volere mandare ai «lavori socialmente utili» gli studenti «violenti» «che non rispettano le regole» «in classe». In un convegno Valditara ha illustrato la sua idea di formazione per correggere l’esistenza dei cosiddetti «Neet», i ragazzi e ragazze «che non studiano e non lavorano». «Assolvano quantomeno a un obbligo formativo – ha detto – Non possiamo accettare che centinaia di migliaia di giovani vivano alle spalle delle famiglie e della società». Non è chiaro come questo possa avvenire dato che per «Neet» in Italia si intendono persone dai 15 ai 29 anni. Se sono estranei tanto al «mercato del lavoro», quanto alla scuola correzionale, prestazionale e paternalistica di Valditara, è difficile che rientrino anche nelle competenze del ministro dell’Istruzione.

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Valditara ha detto di preparare un «piano» che si farà notare per l’esemplarità ideologica. Ma non intende mettere il proprio nome sull’ennesima «riforma» della scuola. Il suo sembra essere più un metodo di governo della società che mescola le istanze dello Stato Etico a quelle autoritarie e imprenditoriali. Questa sintesi è l’esito della torsione dello Stato sociale nel Workfare State avvenuto nell’ultimo trentennio.

Nella scuola questo discorso si combina con la crociata contro l’istruzione «progressista», il «lassismo del 6 politico» e altre fandonie raccontate dagli ideologi della scuola reazionaria. Il desiderio di punire gli studenti si spiega con il ripristino dell’ordine e della disciplina. Valditara si candida a diventare il portavoce di questo progetto.

Il segretario della Flc Cgil Francesco Sinopoli, ha evidenziato come la scuola pubblica non possa essere un’istituzione sanzionatrice. Il suo ruolo sarebbe invece quello di prevenire «la ghettizzazione delle ragazze e ragazzi provenienti dai contesti più difficili che recenti riforme, come quella degli istituti professionali, hanno amplificato». Difficile farlo dato che o la scuola, ridotta a un servizio, è sola in una società dove l’alternativa è tra l’illegalismo e la passività marginalizzante. In queste condizioni le sanzioni vagheggiate da Valditara non avrebbero altro effetto che irrigidire mentalità già sconnesse da una passione civile e dall’intelligenza collettiva.

Non c’è nulla di nuovo nell’invocazione di punizioni esemplari. Sono previste dallo «Statuto dello studente» ha ricordato Mario Rusconi, presidente dei presidi Anp Roma. I lavori socialmente utili esistono nelle scuole medie e nelle superiori da oltre un decennio. Vanno dalla riparazione dei danni al servizio alle mense della Caritas. Rusconi ha suggerito di estendere le sanzioni alle occupazioni studentesche. L’anno scorso a Roma ce ne sono state 50. I presidi non hanno ottenuto lo sgombero dalla polizia. Per Rusconi Valditara dovrebbe «intervenire» anche se non ricopre la carica di ministro degli Interni.