Il ministro dell’Istruzione (e del «merito») Giuseppe Valditara ieri ha usato un grave fatto di cronaca per rilanciare una «riforma» del voto in condotta. A Varese un diciassettenne è stato arrestato per aver accoltellato un’insegnante all’ingresso dell’Istituto Enaip. Per Valditara si tratta di un’«aggressione allo Stato». Quest’ultimo si costituirà parte civile «per il danno di immagine» e garantirà «la tutela legale». «Nel caso di minori – ha aggiunto il ministro – dovranno essere i genitori a farsene carico e deve essere approvato presto il Ddl sul voto in condotta, una riforma fortemente voluta per ridare peso al comportamento degli studenti nella valutazione». Per la Flc Cgil si tratta, invece, di un «problema di profondo disagio giovanile che non va combattuto con sanzioni e metodi repressivi ma mettendo in campo ogni iniziativa di ascolto degli studenti e promuovendo un modello di scuola inclusiva». E per ribadire l’idea di scuola autoritaria, Valditara è tornato sulla questione delle occupazioni. Ieri, in una nota, ha ricordato ai dirigenti di considerare le ripercussioni legali legate al danneggiamento delle infrastrutture come «reati che le istituzioni sono obbligate a segnalare alle autorità».