Cultura

Valdi Spagnulo, lo scultore che coinvolge anche l’atmosfera

Valdi Spagnulo, lo scultore che coinvolge anche l’atmosferaValdi Spagnulo, «Fermar l’aria»

MOSTRE A Conegliano, la mostra dedicata allo scultore è visitabile ancora per qualche giorno nella sede di Palazzo Sarcinelli e Oltrearte Galleria Contemporanea

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 settembre 2023

Restano pochi giorni per visitare la ricca mostra dello scultore Valdi Spagnulo allestita a Conegliano, a cura di Luca Pietro Nicoletti (fino al 1 ottobre). E vale davvero la pena di affrettarsi per sfruttarli. L’esposizione Fermar l’aria, titolo poetico quanto illuminante dell’attuale ricerca di Spagnulo, si snoda tra le sale di Palazzo Sarcinelli e gli spazi di Oltrearte Galleria Contemporanea e costituisce una ottima occasione non solo per conoscere la fase più aggiornata del lavoro dell’artista, ma anche per fare una riflessione intorno al fascino della scultura, dell’opera con la quale il pubblico condivide lo spazio effettivo di vita.

COME DICE Nicoletti, è vero che «accantonati sia la modellazione sia l’intaglio, le tecniche dell’assemblaggio hanno inserito una logica nuova nei processi creativi». E intorno a questa nuova logica ragiona, da sempre, Spagnulo; egli certamente tra la scultura per via di porre e la scultura per forza di levare, come diceva Michelangelo, ha scelto una terza via, la via della costruzione, assemblando differenti materiali, spesso industriali, anche non preziosi.

COME SI PUÒ NOTARE in occasione della mostra di Conegliano, infatti, che si muova nella dimensione monumentale o su una scala più ridotta, l’artista realizza i suoi lavori utilizzando sempre almeno due materie diverse per consistenza, per texture, che dialogano armonicamente, sebbene sempre in tensione tra loro. A differenza di molti altri autori che hanno inteso la scultura come assemblaggio, Spagnulo non è interessato in senso stretto alla forma che ne deriva, intesa come oggetto compiuto, anzi tende a non definirne nemmeno troppo nettamente i confini. Lo testimoniano anche le griglie geometriche imperfette, lasse e irregolari su cui si imperniano queste sue costruzioni, sempre aperte, e in qualche modo ancora «possibili».
Per altro, lo scultore opera con grande attenzione e massima perizia, nel comporre le forme e nello scegliere i materiali: in queste opere, come spesso è accaduto nel suo ormai decennale percorso di ricerca, egli coinvolge nella costruzione anche l’atmosfera circostante, la luce e i giochi cromatico-luminosi, gli effetti illusionistici dati dalle trasparenze e i continui riflessi.

SPAGNULO PERÒ non mira a ridefinire lo spazio, bensì ad utilizzare anche quello come materiale espressivo. Così, senza compiacimenti sentimentali, senza ammiccamenti spettacolari, calandosi nella espressività della stessa materia, egli coinvolge lo spettatore non tanto a livello percettivo, ma portandolo nel cuore della dimensione lirica della scultura.
Alcuni tra gli ultimi lavori che si possono ammirare in mostra, penso in particolare a quelli in cui Spagnulo introduce il vetro antico delle murrine, rappresentano un passo avanti in questa direzione: il colore infatti va oltre ogni valenza denotativa e attraverso questi brani, reperti che si fanno documento della loro precedente vita, portatori di memorie altre, l’artista evoca suggestive emozioni.

MA NEI SUOI LAVORI non ci sono mai effetti speciali. Come una visita alla mostra può testimoniare, le sue opere, anche quando contratte ad una sporgente bidimensionalità, sono in ogni modo semplici, volendo per alcuni aspetti minimaliste, ma mai freddamente concettuali.
Le forme essenziali nascono dal libero rincorrersi di linee metalliche e di punti di luce, dallo stratificarsi delle diverse materie e, «fermando l’aria», Spagnulo con sincerità e passione esplora ancora una volta le risorse espressive degli elementi del mondo sensibile, del nostro quotidiano.

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